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Per gli operatoriPer gli utentiChilometri revisione

La pubblicazione sul Portale dell’Automobilista (clicca qui per il link diretto) del chilometraggio rilevato durante la revisione ministeriale ha generato malumori tra i fruitori del servizio: perchè tante incongruenze? Prima di procedere è bene leggere i seguenti articoli che illustrano nel dettaglio i trascorsi:

  1. Revisione auto: sparisce lo storico dei chilometri, una beffa (24/05/2017)
  2. Chilometraggio ultima revisione: dato attendibile? (28/8/2017)
  3. Il “revisiore” non certifica il chilometraggio (8/11/2017)
  4. Ritorna lo storico dei chilometri: guai per molti commercianti di auto (26/04/2018)

Ricapitolando in breve:

  • La certificazione assoluta del chilometraggio è impossibile ma, con una serie di documenti (tra cui il riscontro dal Portale dell’Automobilista), si può avvalorare o meno l’ipotesi di veridicità del dato.
  • Il dato viene trascritto manualmente dall’ispettore (operatore che esegue la revisione) dopo la lettura visiva dell’odometro.
  • Il dato è soggetto ad errore umano, pertanto non ha valenza legale.
  • La raccolta dati è stata avviata ufficialmente nel corso del 2015. Prima di tale data viene riportato il valore di percorrenza “0”.
  • La circolare Prot. Ru. 10160 del 9/05/2017 (clicca qui per visualizzarla) rammenda ai centri di revisione l’importanza della raccolta dei dati.
  • Si può parlare con buona probabilità di chilometri scalati solo nei casi di revisione anticipata* (e incongruenza del dato naturalmente).

(*)Prima del 23/04/2018 sul Portale dell’Automobilista erano disponibili solo i dati dell’ultima revisione effettuata. I commercianti di auto truffaldini, per cancellare ogni traccia della manomissione dell’odometro, facevano eseguire una revisione anticipata (con il “nuovo chilometraggio”) per sovrascrivere sul Portale dell’Automobilista i dati precedentemente pubblicati.

Come si può pretendere la corrispondenza dei dati nel paese in cui più del 50% delle auto usate in vendita ha i chilometri scalati? (fonte A.Bellucci-Non prendermi per il chilometro) Tuttavia, come di consueto, piuttosto che prendere atto di una gravissima situazione diffusa su tutto il territorio, si preferisce soffermarsi sulle piccolezze additando la categoria più debole. -Qualcosa non torna?Tranquilli, è colpa gli operatori che inseriscono i chilometri a caso!-  Come facilmente prevedibile, i promotori di tale fake news sono i commercianti di auto a cui molto probabilmente non piacerà questa statistica** (immagine di sotto):

(**) Sondaggio rivolto agli ispettori iscritti al gruppo Facebook di assistenza “Centro Revisioni Auto e Moto – Responsabili Tecnici di tutta Italia”.

Come si evince dall’immagine, il 98,7% degli operatori dichiara di partecipare professionalmente alla rilevazione dei chilometraggi, aggiungendo che il valore “0” viene utilizzato solo per i veicoli sprovvisti di odometro. Applicando i dati dell’indagine su scala nazionale, si può affermare che sono un centinaio di centri di revisione inserisce arbitrariamente la percorrenza (su 8807 al 30/4/2018- fonte Osservatorio Revisione Veicoli), un dato grave, ma allo stesso tempo statisticamente trascurabile.

Tralasciando operatori poco professionali e palesi manomissioni dell’odometro, i casi di discrepanza con il Portale dell’Automobilista sono ancora molti, troppi. L’opinione pubblica si scatena: –è così difficile trascrivere correttamente un numero?- L’immagina sottostante riporta tre possibili cause di equivoco, senza considerare che le strumentazioni di bordo diventano sempre più futuristiche e meno intuitive anno dopo anno (trip A – trip B – Km service ecc…).

  1. Impercettibile guasto al display.
  2. Odometro a 5 cifre: ogni 100.000Km di percorrenza si azzera (si trascrive ciò che si legge, senza interpretazioni).
  3. Sistema metrico errato.

Nel tentativo di salvaguardare gli automobilisti vittime degli errori di trascrizione, l’Associazione ICC (associazione degli ispettori addetti alla revisione) contatta tramite mail il CED (centro elaborazione dati del Ministero dei Trasporti):

La risposta ufficiale non è mai sopraggiunta, ma nei giorni successivi è stato emesso dal Ministero dei Trasporti il Decreto Dirigenziale 211 (clicca qui per il link diretto) che introduce la nuova etichetta (immagine di sinistra) da apporre alla carta di circolazione riportante la percorrenza. Nel caso di contestazione immediata del chilometraggio (termine massimo ore 19:00 del giorno di esecuzione del controllo), il centro di revisione potrà richiedere con prassi ancora da definire la sovrascrittura del dato pubblico con ristampa dell’etichetta. Diversamente, sebbene rimarrà traccia indelebile dell’errore sul Portale, l’automobilista potrà tutelarsi con la dichiarazione prodotta dell’ispettore del centro di revisione, un documento legalmente molto rilevante da non sottovalutare.

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“Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo”. La sapeva lunga Henry Ford che con questo aforisma riesce ad anticipare di quasi un secolo la realtà di oggigiorno. Nell’era digitale non esistono barriere e ognuno è libero di condividere le proprie esperienze, ma purtroppo questa fortuna difficilmente viene sfruttata limitandosi alla chiacchiera senza raggiungere il fine ultimo della cooperazione. Quanti automobilisti vorrebbero qualche garanzia in più sul proprio veicolo acquistato di seconda mano? Domanda banale, tutti. Riformulo. Quanti automobilisti sarebbero disposti ad impiegare 5 minuti del proprio tempo per aiutare altri automobilisti nel momento del bisogno? Save the car (clicca qui per il link diretto) è un progetto che permette di censire gratuitamente il proprio veicolo contribuendo attivamente alla lotta contro le truffe per cui son noti i commercianti di auto disonesti. Come sottolinea Maurizio Picollo, promotore dell’iniziativa, non si tratta semplicemente di filantropia, ma i contributors possono avere dei vantaggi diretti a breve termine. I veicoli reimmatricolati hanno una passato poco limpido e per i possessori c’è il rischio di trovarsi inconsapevolmente complici del raggiro in occasione della rivendita. Come tutelarsi ufficiosamente? Semplice. Al momento dell’acquisto di un veicolo è sufficiente pubblicarne sulla piattaforma il chilometraggio, operazione non reversibile che lascerà una traccia indelebile della percorrenza relativa ad un determinato numero di telaio. Il punto forte del database è la possibilità di convalidare l’autocertificazione allegando la foto dell’odometro, lo screenshot dell’annuncio di vendita (immagine in basso a sinistra) e la scansione della fattura di acquisto prevenendo ogni dubbio riguardante la buona fede dell’operazione. Il caso vuole che uno dei primi a trarre profitto del progetto è proprio il fondatore stesso che ha sventato la minaccia di un’azione legale mostrando la cronologia delle conversazioni (foto di destra) con l’allora venditore di un motociclo successivamente rivenduto e risultato schilometrato a seguito di perizia. Ricapitolando, il quarto proprietario ha scoperto una truffa del secondo (rivenditore) ai danni del terzo (Maurizio) che ha rischiato di assumersene la responsabilità. Naturalmente non si parlerebbe di truffa se il primo proprietario avesse censito l’effettivo chilometraggio del veicolo evitando una lunga serie di equivoci certificati dal responsabile tecnico del centro di revisioni che durante il collaudo ha riportato il dato letto dell’ odometro manomesso (leggi “il revisiore non certifica il chilometraggio“). Registrare i veicoli dei clienti senza autorizzazione è una violazione della privacy, ma invitarli a farlo autonomamente è un chiaro segno di onestà e professionalità, due attributi fondamentali nell’ambito dei collaudi.

 

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Il “certificato”  (lat. certum “certo”-facere “fare”) è un documento rilasciato da ente o persona qualificata ad attestare l’esistenza di un fatto o un diritto.  Contestualizzando il significato letterale del termine nel campo delle revisioni ministeriali , si può affermare che il responsabile tecnico, incaricato di pubblico servizio, attesta il chilometraggio del veicolo riportando il valore dell’odometro al momento del controllo. Questa pratica, introdotta con il protocollo MCTC-Net 2 nel 2015 (per approfondimenti leggi “Chilometraggio ultima revisione, dato attendibile?”), segna di fatto l’apparente vittoria della legalità sulla truffa dei chilometri. Per definizione, la truffa dei chilometri consiste nell’alterazione del valore di percorrenza di un veicolo con il fine di ingannare il possibile acquirente. Di fatto, questa truffa riguarda l’odometro, ovvero l’unico strumento sul quale il responsabile tecnico può leggere il chilometraggio: come si può certificare avendo come unica fonte un dato che potrebbe essere non veritiero? Oltre all’errore tecnico c’è l’errore etimologico; è un controsenso dichiarare il vero (certum facere) facendo riferimento ad un dato non vero. Il responsabile tecnico inconsapevolmente è complice del raggiro perchè con la propria autorità contribuisce al gioco dei truffatori trascrivendo un dato non corrispondente allo stato di fattoAutenticare è una cosa, leggere un dato e trascriverlo un’altra. Leggendo il libro di “Non prendermi per il chilometro” e chiacchierando con l’autore Alfredo Bellucci, apprendo che la truffa dei chilometri non si limita alla sovrascrittura del dato chilometrico, ma comprende anche la sostituzione di svariate componenti e la falsificazione dei libretti service. Il business che si cela dietro questa pratica illecita è di dimensioni spropositate tanto che gli attori di questo teatro sono diventati talmente specializzati da essere difficilmente smascherabili. Il responsabile tecnico ha le competenze e i mezzi per poter risalire ad eventuali truffe? No. Il responsabile tecnico certifica se un veicolo è idoneo o meno alla circolazione,  e chiedo scusa se è poco. La certificazione del chilometraggio è un insieme di documenti che sicuramente terrà conto del dato rilevato in sede di revisione, ma senza attribuirgli la veridicità assoluta. La prima revisione ministeriale avviene dopo quattro anni dalla data di immatricolazione; se un veicolo venisse schilometrato in quel lasso di tempo? Se il responsabile tecnico avesse sbagliato ad inserire il dato? Non voglio giustificare le sviste, ma un errore di digitazione ha un peso differente rispetto ad una certificazione falsa.  Per valorizzare il dato rilevato nel centro di revisioni, alcuni responsabili tecnici hanno deciso spontaneamente di integrare alle documentazioni obbligatorie una dichiarazione scritta del chilometraggio rilevato con tanto di firma del cliente, così da scongiurare il rischio dell’errore umano. Un passo avanti, ma c’è sempre la possibilità che la dichiarazione sia falsa: un evento registrato con accettazione bilaterale non è una certificazione.

Trovo assurda la mail inviata da un funzionario tecnico della Motorizzazione di Genova ai centri di revisione della provincia nella quale si raccomanda il controllo da parte dei responsabili tecnici del chilometraggio all’ultima revisione tramite “Il portale dell’automobilista”.

[…]E’ giunta notizia a questo Ufficio che alcuni commercianti della fattispecie già enunciata in precedenza, provvedono a richiedere la revisione di veicoli già revisionati a cui sono stati ridotti artificiosamente i chilometri indicati, provvedendo preventivamente a staccare dalla carta di circolazione il talloncino relativo all’ultima revisione effettuata.

Onde bloccare e rendere vano questo tentativo di truffa, è opportuno che, prima di procedere alla revisione di un veicolo, il responsabile tecnico verifichi sul portale dell’automobilista la presenza di revisioni effettuate e non presenti sulla carta di circolazione, astenendosi, in caso di verifica positiva,  dall’effettuare l’operazione ed invitando l’utente a richiedere il duplicato della carta di circolazione a questo Ufficio.  Contestualmente sarà data notizia a questo Reparto utilizzando il consueto modulo già utilizzato per le segnalazioni sui numeri di telaio.

Cordiali saluti.

L’amministrazione  dispone in tempo reale di tutti i dati delle revisioni eseguite in Italia compreso lo storico dei chilometraggi, dato pubblico successivamente occultato (sparisce lo storico dei chilometri, una beffa): perchè non richiamare direttamente i veicoli dubbi? Perchè penalizzare per l’ennesima volta i centri di revisione privati vittime sempre più della concorrenza spietata?

Mi rivolgo a Maurizio Caprino, giornalista de “Il sole 24 ore” e autore dell’articolo “Contachilometri truccato, rischierà anche chi fa la revisione: secondo lei, alla luce di quanto detto precedentemente, è giusto che i centri di revisione spendano altri 3900 euro  per un’apparecchiatura non strettamente collegata alla loro mansione? La saluto proponendole una foto scattate in data odierna che rappresenta un veicolo sospeso dalla circolazione per gravissime lesione al telaio a causa della ruggine. Chi mastica qualcosa di meccanica sa che un cedimento del duomo dell’ammortizzatore porterebbe a conseguenze poco piacevoli.

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Questo è quello che facciamo!

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La risposta a questa domanda non è semplice, ma spero di dare a tutti i lettori le basi per chiarire le idee su questo argomento. Partendo dal principio, è doveroso citare il protocollo MCTC Net 2, la normativa che nel 2015 ha modificato completamente i collaudi ministeriali introducendo nuovi controlli e strumentazioni. La trascrizione del chilometraggio è stata eclissata dalle novità rivoluzionarie come l’introduzione della fotocamera, il lettore Obd, i nuovi Centrafari ecc… “piccolezze” costate parecchio sia economicamente che dal punto di vista della nuova preparazione richiesta. Come se non bastasse, il dato è stato sottovalutato ulteriormente perchè i Responsabili Tecnici erano all’oscuro del grande progetto di rendere pubblici i chilometraggi tramite Il portale dell’automobilista. Per farla breve, molti addetti ai lavori avevano il sentore che questo controllo fosse fine a se stesso, ma non fraintendete, non è mia intenzione giustificare. Ogni buon tecnico, alla richiesta del Ministero di inserire il chilometraggio, adempie al proprio dovere senza se e senza ma.

“Ogni buon tecnico”

Purtroppo, non tutti si possono classificare come “buoni tecnici” e credo di aver illustrato il motivo per cui colleghi poco professionali hanno pensato bene di trascrivere dati inventati di sana pianta per risparmiare i 10 secondo utili a leggere il contachilometri. Che amarezza. Ricordo la gioia di molti di noi quando ai primi di Aprile 2017, navigando casualmente sul Portale dell’automobilista, scoprivamo per la prima volta il dato pubblico: –è finta!-, –l’era dei furbi è giunta al termine!-, –basta contachilometri manomessi!-. Non sapevamo ancora che il lavoro dei più veniva vanificato da operatori superficiali che senza nessuna motivazione riportavano dati fasulli facendo perdere credibilità a tutto il progetto. Tecnici senza spina dorsale che effettuano revisioni facili per non perdere clienti esistono, non li giustifico, ma li capisco. Tecnici che effettuano revisioni snelle e rapide? Certo, esistono, ma il loro modus operandi segue una logica facilmente comprensibile. Mai avrei immaginato tecnici che senza logica e senza ragione falsano il semplicissimo inserimento del chilometraggio. Probabilmente anche ai vertici della Motorizzazione Civile è giunta voce di questa marchetta all’italiana tanto che, il 9 Maggio 2017, il direttore Ing. Stefano Baccarini ha emesso la circolare prot. R.U. 10160 per ricordare a tutti gli operatori qualcosa che doveva essere  ben noto dall’introduzione dal protocollo MCTC Net2.

Seguono a questo breve sfogo personale le indicazioni oggettive per leggere il dato del Portale dell’automobilista ed individuare eventuali errori. Nel caso in cui il chilometraggio visualizzato dal portale riporta il valore “0”, nulla di anomalo. Ripeto quanto detto precedentemente ricordando che la raccolta dati ha avuto inizio nel 2015, ma non tutti i centri di revisione si sono adeguati contemporaneamente alla nuova normativa. Ad ogni modo, entro il 31/12/2015 tutti i centri si sono omologati e di conseguenza da Gennaio 2016 tutti i veicoli sottoposti a revisione avranno il dato noto sul Portale. Ricapitolando:

  • Ultima revisione 2014: Chilometraggio noto: 0
  • Ultima revisione 2015: Chilometraggio noto a seconda del periodo di adeguamento al protocollo MCTC Net 2 da parte del Centro di revisione dove si è svolto il collaudo.
  • Ultima revisione 2016 (in poi): Chilometraggio noto.

Se il dato presente sul portale riporta il valore “1”, attenzione. “1” non è una cifra che i software riportano di default (come lo “0”). Quel “1” significa che l’operatore al momento dell’inserimento del veicolo nel software per qualche motivo ha digitato quel valore omettendo il reale chilometraggio. Invito tutti a diffidare dei numeri “troppo tondi” come ad esempio 100.000, 150,000 ecc.. indici di scarsa professionalità; un tecnico minuzioso inserisce i dati integralmente fino alle unità. Detto questo, l’errore umano dove lo mettiamo? Non è difficile digitare 6 numeri, ma potete immaginare che nel caos della giornata lavorativa può capitare di sbagliare, ma di una, massimo due cifre. Un errore potrebbe essere ad esempio trascrivere “114356” invece che “14356” (doppia digitazione), oppure “1356”  (digitazione mancata), ma se leggeremo 67944 ahimè… non è innocente sbadataggine. In ogni professione c’è la variabile dell’errore umano, pertanto screditare questi dati per la remota possibilità che avvenga un errore di tastiera mi sembra assurdo. Per quanto mi riguarda, un dato inserito da un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio è rilevante ed è sicuramente un indice per misurare la serietà dei venditori nella compravendite di veicoli. Vorrei rincuorare tutti i lettori testimoniando lo stupore/sdegno/vergogna (e chi più ne ha più ne metta) dei 500 membri della community di Responsabili Tecnici quando si è scoperto che alcuni inserivano dati non corrispondenti alla realtà. C’è del marcio nella nostra categoria, ma non facciamo di tutta l’erba un fascio. Chiudo con una provocazione: caro cliente, ti fidi a farti controllare il veicolo da un presunto tecnico che non è in grado nemmeno di riportare 6 cifre? Pensaci! 

P.S.

Il dato presente sul Portale dell’Automobilista non è modificabile in nessun modo. L’unica procedura per cambiare il dato è effettuare integralmente un’altra revisione periodica inserendo il nuovo chilometraggio,che comparirà in aggiunta al precedente nello storico presente sul portale e consultabile nell’apposita sezione dopo autenticazione,anche da privato. (Agg. 01/2023)Nel caso di errori DIMOSTRABILI* vi invito a contattare il Responsabile Tecnico che sicuramente troverà la soluzione più adeguata alla circostanza.

*DIMOSTRABILI perchè è la vostra parola contro quella di un pubblico ufficiale, senza prove avete già perso in partenza.

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