Cari lettori, spasimanti ed avversari politici, con un principio di lacrimuccia vi annuncio la chiusura definitiva del blog. Non è stato facile raggiungere questa decisione, e ad essere sinceri ancora oggi non sono certo di aver fatto la scelta giusta, ma chest’è. Revisioniautoblog nasceva per uno scopo ben preciso nonostante le numerose attività di contorno che in questi anni si sono susseguite arricchendo la mia vita professionale. Certo, “mia”, perchè in fin dei conti il marchio RAB è sempre stata una copertura del sottoscritto, Diego Brambilla, ispettore tecnico della revisione ministeriale e dipendente di centro di controllo. Era il 2017, ma l’idea bolliva in pentola da tempo sulle orme del grande Andrea Da Lisca con lo storico Osservatorio Revisione Veicoli. Il mio stato d’animo in quel periodo? Leggetevi questo articolo datato 31 maggio 2017, se avete voglia e tempo da buttare naturalmente. Un disperato grido di aiuto – o forse la prima vera chiamata alle armi – sotto forma di aneddoto nel quale raccontavo con la coda fra le gambe della mia vita lavorativa.

Ma voi ci credete? Quel tale Diego Brambilla che non risparmia nessuno, nemmeno gli “intoccabili”, parlava di se in terza persona attribuendosi uno pseudonimo da codardo? Ebbene sì, ma la mia indole non è mai cambiata in realtà, erano i tempi a non essere maturi. Non credo di stupire nessuno (tenetevi forte che ora prende il via ufficialmente l’attesissima “confessione di un errettì – the final edition” per i nostalgici della rubrica) se ammettessi che tutto questo tran-tran ha origine dalla mia personale insoddisfazione lavorativa, profonda insoddisfazione lavorativa aggiungerei. Voi giustamente penserete:  – ma che c***o gli avranno fatto mai fatto i titolari a questo!!?? Cha’r dente avvelenato co’ tutti!!! -. La verità? Nulla di diverso, anzi, forse molto meno di quello che accadeva ed accade tutt’ora quotidianamente a troppi colleghi ispettori – responsabili tecnici all’epoca – dipendenti dei centri di revisione sparsi in tutta Italia. Faticavo a comprendere per quale motivo firmavo i referti assumendomi tutte le responsabilità civili e penali del caso, ma a decidere era sempre il titolare, il collega, il cliente-meccanico oppure il semplice cliente. Ma insomma, dov’era la mia autorità? Ecco, mettetevi nei miei panni, un ventenne ultimo arrivato che cerca di rivoluzionare una fiorente attività artigiana old-school come la gran parte delle officine in Italia. Correva il ventunesimo secolo, ma si respirava un aria di dopoguerra, forse primi anni sessanta. E poi c’era quel subumano di Marco – Davide nella vita reale – che senza titolo di studio, attestato, senso civico ed educazione era il beniamino della direzione grazie alle elevante competenze in materia di controllo tecnico dei veicoli di massa complessiva inferiore a 35 Q.li…. vi lascio immaginare. Portavo rancore, ma mi sbagliavo: ero semplicemente immaturo. Quel modo di operare, figlio in parte dell’ignoranza, era esattamente la concretizzazione del piano messo in atto dai fautori dell’articolo 80 del C.d.S..

Che ognuno la condisca e la farcisca come meglio crede, ma una privatizzazione, come si evince dalla parola stessa, è sempre terreno che lo Stato, inteso come collettività, perde a favore del privato sacrificando un diritto pubblico, in questo caso la salvaguardia della sicurezza stradale e la tutela dell’ambiente. E qualcuno credeva veramente che con quelle regole d’ingaggio gli imprenditori avrebbero impugnato la  spada della giustizia sociale? A queste condizioni hanno ragione loro, ma avevo ragione anche io che con la mia figura professionale rappresento quel 10% (a esagerare) di potere pubblico totalmente fuori contesto nel bel mezzo di un’esercizio privato. Dipendente, sottopagato e facilmente sostituibile grazie ai corsi di formazione per responsabile tecnico a misura del settore revisioni italiano. Che fare dunque? Reagire, fuggire o soccombere diventando “uno di loro”, l’ennesimo ingranaggio di questo sistema marcio fino al midollo.

Ho scelto di essere un ingranaggio per l’infinita passione che da quando ho iniziato nel lontano 2010 mi lega morbosamente a questo lavoro. Però ho scelto anche di ruotare in senso contrario, ma come poteva un singolo elemento invertire il moto perpetuo di un sistema ben avviato? Nulla di più semplice: con il supporto di altri ingranaggi. Beh, non credo serva spiegare la metafora: Revisioniautoblog è stato un mezzo per raggiungere tutti quanti voi, nel bene e nel male. Dalle esperienze negative ho appreso che il sistema revisioni in vigore per i veicoli leggeri fa schifo in tutta la penisola, da nord a sud, isole comprese, un ulteriore stimolo a proseguire verso l’obiettivo prefissato. Ma nello stesso territorio, da nord a sud, isole comprese, ho trovato tanti colleghi decisi ad intervenire per migliorare la propria condizione lavorativa, nello specifico per quanto riguarda l’indipendenza rispetto ai centri di revisione. Questo esercito si chiama Federispettori ed io, Diego Brambilla, posso dichiarare con orgoglio di aver vinto la mia battaglia personale. Sono riuscito ad accendere la scintilla nell’animo degli ispettori dipendenti e radunare tutti quanti sotto ad un unica bandiera. Il resto è già storia, oppure lo diventerà, ma la scriveremo tutti insieme.

Grazie!

Diego Brambilla

P.S. Tranquilli, nulla andrà perduto. Il blog verrà trasferito sul dominio federispettori.org e diventerà open per tutti coloro che vorranno cimentarsi nella scrittura di articoli. Vi prometto che sentirete ancora lo stridio della mia penna velenosa.

Join the discussion 3 Comments

  • Leonardo Minischetti ha detto:

    Grazie di tutto. Questo tuo impegno è servito, ha dato risposte a molti dubbi sul ruolo che ricopriamo. Come ogni cosa in questo Paese che è a metà strada tra pubblico e privato, è fatta con i piedi e non con la testa. Le cose possono solo peggiorare. Grazie ancora.

  • angelo ha detto:

    un altra pagliacciata delle tue…almeno sei coerente

    • Diego Brambilla ha detto:

      E lei invece signor Angelo classe 1981? Per quale motivo rosica? E’ uno di quelli che non riesce a superare il modulo B, è in cerca (invano) di un ispettore oppure voleva aprire un centro revisioni veicoli pesanti, ma non le conviene più?
      Si sfoghi, forza.

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