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Per gli utentiChilometri revisione

La verifica del chilometraggio è un’operazione fondamentale che deve sempre precedere l’acquisto di un’auto o di una moto al fine di evitare brutte sorprese. La percorrenza viene registrata manualmente dagli ispettori all’atto della revisione ministeriale, pertanto viene aggiornata a cadenza biennale per la maggior parte delle categorie di veicoli. La raccolta dati è stata avviata nei centri di controllo dal 2015, ma i chilometraggi con valore di certificazione sono disponibili da Giugno 2018 in poi. Tutte le registrazioni antecedenti a questa data sono state eliminate in quanto poco attendibili ed inutilizzabili a fini legali*. Nulla di strano. Prima di Giugno 2018 i chilometraggi trascritti dagli operatori venivano inseriti nel database senza la sottoscrizione del proprietario del veicolo, prassi necessaria a scongiurare eventuali errori di digitazione. Da Giugno 2018 in poi, per garantire la veridicità della certificazione, la percorrenza rilevata viene controfirmata dall’automobilista sulla documentazione ufficiale della revisione ministeriale. In caso di incongruenza, il dato viene corretto seduta stante dall’ispettore nel centro di controllo, altrimenti viene pubblicato senza possibilità di rettifica sul Portale dell’Automobilista, il sito della Motorizzazione Civile per il cittadino. A questo proposito, è utile spendere due parole in quanto il cattivo utilizzo della pagina web ministeriale ha giocato – e gioca tutt’ora – brutti scherzi agli automobilisti convinti di essere tutelati a 360° dallo Stato in occasione della compravendita di un veicolo. Innanzitutto, è bene sapere che esistono due servizi per visionare il chilometraggio registrato: Verifica ultima revisione e Verifica revisioni effettuate. Come si evince dal nome, il primo tool consente la consultazione del chilometraggio trascritto all’ultima revisione mentre il secondo riporta lo storico delle percorrenze rilevate, sempre durante la revisione, da Giugno 2018 in poi. Il servizio più completo è riservato agli utenti iscritti al Portale dell’Automobilista come “cittadino”, mentre quello base è accessibili a tutti direttamente tra i “servizi online” alla homepage del sito (sequenza di immagini sottostante).

*Le percorrenze rilevate tra il 2015 e Giugno 2018 sono visionabili esclusivamente con il servizio “Verifica ultima revisione” per i veicoli che non hanno ripetuto la revisione negli anni successivi.    

LA TRUFFA

Come già specificato (è molto importante questo passaggio), la caratteristica peculiare del servizio “Verifica ultima revisione” è la possibilità di visionare esclusivamente i dati relativi all’ultima ispezione ministeriale. Di conseguenza, con l’effettuazione di una nuova revisione, i dati della precedente vengono sovrascritti: ecco il trucchetto sfruttato dei rivenditori di veicoli disonesti. Dopo la manomissione dell’odometro finalizzata ad “alleggerire” il chilometraggio di un veicolo, è sufficiente ripetere il controllo tecnico, anche al di fuori della regolare scadenza, per cancellare ogni apparente prova della percorrenza reale. Purtroppo la legge italiana non disincentiva questa pratica: un ispettore non può rifiutarsi in alcun modo di eseguire un’ispezione tecnica e l’incongruenza chilometrica non comporta l’esito sfavorevole della stessa. Per completare l’opera, i truffatori rimuovono dalla carta di circolazione la pacetta adesiva attestante la revisione fantasma, o addirittura distruggono il documento inscenando uno smarrimento fittizio. Sul duplicato, di prassi, figurano solo i dati relativi all’ultima ispezione: è sufficiente qualche decina di euro per “risolvere il problema” senza destare sospetto. Con l‘escamotage della doppia revisione (o revisione anticipata come dir si voglia) sono stati raggirati migliaia di cittadini, ma con l’introduzione del servizio “verifica revisioni effettuate” tutto cambia: è possibile procedere legalmente contro i truffatori o, meglio ancora, evitare le truffe.

STORICO REVISIONI – VERIFICA REVISIONI EFFETTUATE

Il servizio “Verifica revisioni effettuate” è l’unico strumento che consente di scovare eventuali revisioni “fantasma” effettuate per sovrascrivere il chilometraggio reale di un veicolo, ma per consultarlo è necessario iscriversi gratuitamente al Portale dell’Automobilista. Nonostante attualmente lo storico sia composto da un massimo di due revisioni (3 per i veicoli soggetti a obbligo di revisione annuale), non sarebbe un caso isolato scoprirne tre, addirittura quattro, nell’arco del biennio. Qualora si verificasse un’incongruenza fra il numero di revisioni presenti nel database del Portale dell’Automobilista e quelle riportate sul libretto di circolazione, è molto probabile sia avvenuta una manomissione dell’odometro mascherata con l’escamotage della doppia revisione. Diffidate di chiunque metta in dubbio la veridicità degli archivi della Motorizzazione: le etichette sono falsificabili e rimovibili, i dati memorizzati no. 

Dopo aver effettuato la registrazione al Portale dell’Automobilista o il login per gli utenti già iscritti, è importante non fare confusione con il servizio “Verifica ultima revisione” che resta comunque disponibile anche dopo l’accesso con le credenziali. Il tool “Verifica revisioni effettuate” si trova nel menù laterale del cittadino selezionando la voce “Accesso ai servizi”, ben diverso dal menù principale orizzontale nel quale sono presenti i “Servizi online”. Di seguito la guida passo-passo:

Come si evince dagli screenshot, con il servizio “Verifica revisioni effettuate” ricompaiono i dati sovrascritti in “Verifica ultima revisione”. In questo caso, nulla di anomalo in quanto la periodicità dei controlli è in linea con la normativa vigente (Giugno 2018 – Giugno 2020) e la percorrenza ha subito un  ragionevole incremento. Purtroppo le cose non vanno sempre così:  il mercato è saturo di veicoli con chilometraggio taroccato, OCCHI BENE APERTI! Diffidate di venditori improvvisati e prezzi troppo bassi: nessuno regala nulla. L’affare è dietro l’angolo, ma anche – soprattutto – la fregatura!

Chilometri revisione

L’ultimo aggiornamento del Portale dell’Automobilista risalente a metà Luglio 2018 ha reintrodotto lo  storico delle revisioni effettuate a partire dal 1° Giugno 2018 (immagine di sotto) (approfondimento).

Messaggio presente sulla pagina del servizio di consultazione dei chilometraggi sul Portale dell’Automobilista

Gli effetti di tale provvedimento si dovrebbero manifestare da Giugno 2019 per i veicoli con periodicità del controllo ministeriale annuale (taxi, n.c.c., autoambulanze ecc.) e dall’anno successivo per tutti gli altri veicoli, ma il sistema è già stato messo alla prova in diverse occasioni prima del previsto. L’esigenza di pubblicare le percorrenze rilevate durante la revisione nasce per contrastare la cosiddetta truffa dei chilometri che interessa più del 50% dei veicoli di seconda mano in vendita (fonte Nonprendermiperilchilometro), un flagello che danneggia in primis il consumatore, ma anche le imprese oneste del settore. I limiti del servizio “Verifica ultima revisione” (tool del Portale dell’Automobilista che consente la sola consultazione dei dati relativi all’ultima revisione effettuata) in vigore precedentemente sono ben noti e molti utenti sono stati danneggiati dall’effetto boomerang derivante dall’utilizzo truffaldino dello stesso. Considerando che ogni revisione sovrascriveva i dati rilevati durante la precedente, era molto semplice per i commercianti disonesti cancellare ogni prova informatica della truffa potendo contare sulla presunta certificazione (falsa) generata del Portale dell’Automobilista. Dopo la rimozione fisica dell’etichetta adesiva attestante l’eventuale revisione sospetta dalla carta di circolazione e l’alterazione dell’odometro, il veicolo era a tutti gli effetti ringiovanito e pronto per per un altro controllo ministeriale avente come unico fine la cancellazione dal Portale dell’Automobilista del reale chilometraggio (fenomeno della doppia revisione o revisione anticipata in quanto il più delle volte veniva eseguita in anticipo rispetto alla regolare scadenza). Tralasciando i vari trascorsi (approfondimento), dal 1° Giugno 2018 si può veramente considerare finita l’era delle truffe con il pretesto della revisione ministeriale, ma solo per coloro che sono attenti alle indicazioni (ATTENZIONE, SONO CAMBIATE LE PROCEDURE!).

Prendiamo in considerazione il seguente veicolo andato all’asta nel Gennaio 2019 con 187518 chilometri all’attivo (foto di sotto) (fonte gruppo Facebook di Nonprendermiperilchilometro).

Considerando che non tutti i potenziali acquirenti del veicolo sono a conoscenza di questo dato, il primo controllo che solitamente viene eseguito per accertare la veridicità del chilometraggio  è la consultazione del Portale dell’Automobilista ed il risultato è il seguente:

Per gli utilizzatori delle varie app disponibili per smartphone che comunque fanno riferimento ai dati pubblici messi a disposizione dal Portale dell’Automobilista il risultato è il medesimo (in ordine lo screenshot da Infotarga, Scanner Veicoli ed  iTarga):

Tutto torna, almeno apparentemente. L’accattivante veicolo in vendita con poco meno di 120000 chilometri il 27 Febbraio 2019 ne registrava 116550, un dato perfettamente in linea con le aspettative e con quanto indicato dalla carta di circolazione del veicolo (sul libretto è presente una sola etichetta attestante la revisione ministeriale del 27/02/2019). Una cosa non torna: che fine hanno fatto le tracce informatiche della revisione effettuata in data 4 Dicembre 2018 nella quale sono stati registrati dall’operatore 187238 chilometri? Stando a quanto riportato sul Portale dell’Automobilista, “la successione storica dei dati di revisione” dovrebbe essere disponibile “per le operazioni effettuate successivamente al 1° Giugno 2018”, ma c’è un piccolo particolare che quasi tutti ignorano, forse perchè scritto tra parentesi. Solo gli utenti registrati sul Portale dell’Automobilista hanno accesso alla cronologia delle revisioni, un servizio indispensabile  per prevenire le truffe dei chilometri con l’escamotage della cosiddetta revisione anticipata. Dopo aver effettuato registrazione e login sul Portale dell’Automobilista come cittadino, oltre al servizio “Verifica ultima revisione” è disponibile “Verifica revisioni effettuate” (Home/Accesso ai servizi/Verifica revisioni effettuate), ma fate attenzione, potrebbero comparire brutte sorprese… 

Di seguito un altro caso, un veicolo che a distanza di un giorno è stato sottoposto a due revisione ministeriali; nella prima sono stati registrati quasi 300000Km, nella seconda all’incirca la metà (immagine di sotto) (screenshot da Infotarga):

La consultazione del Portale dell’Automobilista in modalità pubblica omette la revisione con il chilometraggio reale perchè sovrascritto dalla successiva (revisione anticipata(immagine sotto),

ma accedendo all’area riservata riemergono le prove di un probabile tentativo di truffa (immagine sotto).

Cosa aspetti a registrarti? Clicca qui e segui le indicazioni!

N.B. Per il momento il servizio “Verifica revisioni effettuate” non è disponibile per gli account professionali dei centri di revisione.

NEW – Clicca qui per leggere la guida alla consultazione dello storico delle revisioni – NEW

Chilometri revisionePer gli operatoriPer gli utenti

In data 22 Giugno 2018 il servizio di verifica dello storico dei chilometraggi rilevati durante la revisione ministeriale è stato limitato alla sola consultazione dell’ultimo dato (leggi Portale dell’Automobilista: sparisce nuovamente lo storico dei chilometri). Immediate le reazioni di cittadini e operatori che credevano in questo strumento fornito dal Portale dell’Automobilista, tanto che il 21 Luglio è stata lanciata una petizione pubblica per manifestare il disappunto collettivo (link) (immagine di destra). Il promotore dell’iniziativa è l’ormai noto Alfredo Bellucci (Non prendermi per il chilometro), rivenditore di auto da anni in prima linea nella lotta alle truffe che macchiano il settore.

Per quale motivo lo Stato che dovrebbe tutelarci ci ha letteralmente abbandonato in balia dei commercianti disonesti? Dal punto 3° dell’istanza si possono trarre le prime conclusioni: “Sono consapevole che i chilometri, letti e registrati, sono da ritenersi sempre indicativi e non assolutamente certi, poichè le letture e le registrazioni degli stessi erano, sono e saranno sempre soggette ad errore umano. Quanti utenti hanno consultato i dati con questa consapevolezza? Quasi nessuno. Farebbe comodo puntare il dito contro la lobby dei rivenditori di auto, contro i poteri forti e chi più ne ha più ne metta, ma la verità è che tra i chilometraggi inseriti a spanne dagli operatori della revisione ministeriale e le sentenze dei giustizieri improvvisati che trascorrevano le giornate alla ricerca di annunci online sospetti, la situazione era diventata insostenibile. È vero, molti delinquenti sono stati scovati, ma altrettanti titolari di autosaloni sono stati danneggiati da accuse infondate o da errori di terzi. Buona parte delle responsabilità sono da attribuire al Ministero dei Trasporti che, come di consueto, non ha comunicato per tempo le finalità della raccolta dati lasciando agli operatori troppa libertà di interpretazione. Come se non bastasse, al terzo anno di registrazioni non era prevista la rettifica, un’assurdità considerando che il dato era notoriamente “privo di valore legale perchè soggetto a errore umano”. Nei primi di Luglio 2018 il paradosso è stato risolto, o meglio rattoppato all’italiana: senza alcuna comunicazione ufficiale, i tecnici del CED (centro elaborazione dati del Ministero dei Trasporti) hanno fornito agli operatori che ne facevano specifica richiesta un modulo da restituire via mail (immagine di sinistra) per avviare la procedura di correzione del valori di percorrenza. Tralasciandone l’eccessiva semplicità, com’è possibile nel 2018 affidare una comunicazione così delicata a un canale obsoleto come la posta elettronica comune? Chi è il soggetto responsabile dell’invio della mail? Esiste una lista di indirizzi autorizzati a inoltrare la comunicazione o chiunque può farlo?

Nonostante questo accorgimento, il nocciolo della questione rimaneva insoluto: come gestire le presunte vittime di errori di inserimento, magari rivendicati a distanza di mesi? La certezza sulla percorrenza non esiste in nessun caso, ma il caos di questo periodo ha favorito correzioni su veicoli manomessi e danni d’immagine per quelli regolari facendo tramontare definitivamente il servizio. Finalmente arriva la svolta: per effetto del Decreto Dirigenziale 211 (link) viene introdotta la nuova etichetta che attesta la revisione ministeriale riportante il chilometraggio trascritto dall’operatore. D’ora in poi, come specificato nella pagina web del servizio comparsa a metà Luglio (immagine in basso), è esclusiva responsabilità dell’utente verificare il dato inserito e, in caso di errore, chiederne immediata rettifica. Tutti i chilometraggi registrati dal 1° Giugno 2018 saranno messi a disposizione nel “nuovo storico” che, si spera, avrà maggior credibilità del precedente.

Per gli utentiChilometri revisione

Aprile 2017: Disponibile sul Portale dell’Automobilista il servizio “Verifica revisioni” che permette di consultare lo storico dei chilometraggi rilevati durante i collaudi.

Maggio 2017: Sparisce lo storico dei chilometraggi, rimane consultabile solo il dato rilevato all’ultima revisione (da qui il nome del nuovo servizio “Verifica ultima revisione”). (approfondimento)

Aprile 2018: Torna disponibile a sorpresa il servizio “Verifica revisioni”(approfondimento)

Giugno 2018: Il servizio “Verifica revisioni” viene nuovamente sostituito da “Verifica ultima revisione”.

I risultati della consultazione del Portale dell’Automobilista con il servizio “Verifica revisioni” (pre 22/6/2018) e “Verifica ultima revisione” (post 22/6/2018). Si noti come con il nuovo servizio viene totalmente occultata la manomissione dell’odometro (da 270000 Km a 113998 Km) convalidata il 20/07/2017 con una revisione anticipata.

Inutile descrivere lo sconforto di tutti coloro che speravano di vedere debellato una volta per tutte il triste fenomeno della vendita di auto con chilometri scalati. L’ipotesi del bug temporaneo che sembrava prendere piede la mattina del 22 Giugno è stata tristemente smentita dal cambio di nome del servizio da “Verifica revisioni” a “Verifica ultima revisione” (link). I limiti di quest’ultimo sono noti, tanto che in più occasioni è stato definito come uno strumento a favore dei truffatori vista la semplicità con cui si poteva e si può tuttora rettificare il dato pubblico. Dalle testimonianze di numerosi operatori del settore emerge che nel periodo Maggio 2017-Aprile 2018 era in voga tra i commercianti disonesti la pratica della “revisione anticipata” (immagine di destra) che consisteva nel far eseguire una revisione ministeriale al di fuori della regolare scadenza dopo la manomissione dell’odometro. Così facendo, la percorrenza reale presente sul Portale dell’Automobilista veniva sovrascritta dall’ultima rilevazione cancellando ogni prova della truffa. Se nel bimestre Aprile-Maggio 2017 sembrava reggere la teoria della scarsa attendibilità dei dati, nel trimestre Aprile-Giugno 2018 la traccia della revisione anticipata lasciava ben poco spazio alla fatasia: il commerciante disonesto era con le spalle al muro ed il veicolo manomesso rimaneva invenduto. –Troppo bello per essere vero…-: siamo in Italia e non c’è spazio per gli onesti. L’aspetto più grave di questa situazione è il silenzio assordante delle autorità che con tale provvedimento dimostrano chiaramente di tutelare gli interessi dei delinquenti a scapito del consumatore che viene privato dell’unico strumento utile per evitare le truffe. Parlare di lobby dei commercianti è riduttivo in questa circostanza poichè la manomissione dei chilometri si può definire il motore di tutto il settore dell’auto. Le case automobilistiche sopravvalutano i veicoli ritirati in permuta* vendendo il nuovo ad un prezzo inferiore, i commercianti lavorano ed i privati hanno l’illusione di fare l’affare sull’usato: perchè rompere questo equilibrio che va avanti da decenni? Dov’è il cambiamento promesso in campagna elettorale dall’attuale governo?

*Le case automobiliste ritirano i veicoli con la quotazione che avranno dopo la manomissione dell’odometro, altrimenti non si spiegherebbero certe supervalutazioni.

Per gli operatoriPer gli utentiChilometri revisione

La pubblicazione sul Portale dell’Automobilista (clicca qui per il link diretto) del chilometraggio rilevato durante la revisione ministeriale ha generato malumori tra i fruitori del servizio: perchè tante incongruenze? Prima di procedere è bene leggere i seguenti articoli che illustrano nel dettaglio i trascorsi:

  1. Revisione auto: sparisce lo storico dei chilometri, una beffa (24/05/2017)
  2. Chilometraggio ultima revisione: dato attendibile? (28/8/2017)
  3. Il “revisiore” non certifica il chilometraggio (8/11/2017)
  4. Ritorna lo storico dei chilometri: guai per molti commercianti di auto (26/04/2018)

Ricapitolando in breve:

  • La certificazione assoluta del chilometraggio è impossibile ma, con una serie di documenti (tra cui il riscontro dal Portale dell’Automobilista), si può avvalorare o meno l’ipotesi di veridicità del dato.
  • Il dato viene trascritto manualmente dall’ispettore (operatore che esegue la revisione) dopo la lettura visiva dell’odometro.
  • Il dato è soggetto ad errore umano, pertanto non ha valenza legale.
  • La raccolta dati è stata avviata ufficialmente nel corso del 2015. Prima di tale data viene riportato il valore di percorrenza “0”.
  • La circolare Prot. Ru. 10160 del 9/05/2017 (clicca qui per visualizzarla) rammenda ai centri di revisione l’importanza della raccolta dei dati.
  • Si può parlare con buona probabilità di chilometri scalati solo nei casi di revisione anticipata* (e incongruenza del dato naturalmente).

(*)Prima del 23/04/2018 sul Portale dell’Automobilista erano disponibili solo i dati dell’ultima revisione effettuata. I commercianti di auto truffaldini, per cancellare ogni traccia della manomissione dell’odometro, facevano eseguire una revisione anticipata (con il “nuovo chilometraggio”) per sovrascrivere sul Portale dell’Automobilista i dati precedentemente pubblicati.

Come si può pretendere la corrispondenza dei dati nel paese in cui più del 50% delle auto usate in vendita ha i chilometri scalati? (fonte A.Bellucci-Non prendermi per il chilometro) Tuttavia, come di consueto, piuttosto che prendere atto di una gravissima situazione diffusa su tutto il territorio, si preferisce soffermarsi sulle piccolezze additando la categoria più debole. -Qualcosa non torna?Tranquilli, è colpa gli operatori che inseriscono i chilometri a caso!-  Come facilmente prevedibile, i promotori di tale fake news sono i commercianti di auto a cui molto probabilmente non piacerà questa statistica** (immagine di sotto):

(**) Sondaggio rivolto agli ispettori iscritti al gruppo Facebook di assistenza “Centro Revisioni Auto e Moto – Responsabili Tecnici di tutta Italia”.

Come si evince dall’immagine, il 98,7% degli operatori dichiara di partecipare professionalmente alla rilevazione dei chilometraggi, aggiungendo che il valore “0” viene utilizzato solo per i veicoli sprovvisti di odometro. Applicando i dati dell’indagine su scala nazionale, si può affermare che sono un centinaio di centri di revisione inserisce arbitrariamente la percorrenza (su 8807 al 30/4/2018- fonte Osservatorio Revisione Veicoli), un dato grave, ma allo stesso tempo statisticamente trascurabile.

Tralasciando operatori poco professionali e palesi manomissioni dell’odometro, i casi di discrepanza con il Portale dell’Automobilista sono ancora molti, troppi. L’opinione pubblica si scatena: –è così difficile trascrivere correttamente un numero?- L’immagina sottostante riporta tre possibili cause di equivoco, senza considerare che le strumentazioni di bordo diventano sempre più futuristiche e meno intuitive anno dopo anno (trip A – trip B – Km service ecc…).

  1. Impercettibile guasto al display.
  2. Odometro a 5 cifre: ogni 100.000Km di percorrenza si azzera (si trascrive ciò che si legge, senza interpretazioni).
  3. Sistema metrico errato.

Nel tentativo di salvaguardare gli automobilisti vittime degli errori di trascrizione, l’Associazione ICC (associazione degli ispettori addetti alla revisione) contatta tramite mail il CED (centro elaborazione dati del Ministero dei Trasporti):

La risposta ufficiale non è mai sopraggiunta, ma nei giorni successivi è stato emesso dal Ministero dei Trasporti il Decreto Dirigenziale 211 (clicca qui per il link diretto) che introduce la nuova etichetta (immagine di sinistra) da apporre alla carta di circolazione riportante la percorrenza. Nel caso di contestazione immediata del chilometraggio (termine massimo ore 19:00 del giorno di esecuzione del controllo), il centro di revisione potrà richiedere con prassi ancora da definire la sovrascrittura del dato pubblico con ristampa dell’etichetta. Diversamente, sebbene rimarrà traccia indelebile dell’errore sul Portale, l’automobilista potrà tutelarsi con la dichiarazione prodotta dell’ispettore del centro di revisione, un documento legalmente molto rilevante da non sottovalutare.

Per gli operatoriPer gli utenti

“Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo”. La sapeva lunga Henry Ford che con questo aforisma riesce ad anticipare di quasi un secolo la realtà di oggigiorno. Nell’era digitale non esistono barriere e ognuno è libero di condividere le proprie esperienze, ma purtroppo questa fortuna difficilmente viene sfruttata limitandosi alla chiacchiera senza raggiungere il fine ultimo della cooperazione. Quanti automobilisti vorrebbero qualche garanzia in più sul proprio veicolo acquistato di seconda mano? Domanda banale, tutti. Riformulo. Quanti automobilisti sarebbero disposti ad impiegare 5 minuti del proprio tempo per aiutare altri automobilisti nel momento del bisogno? Save the car (clicca qui per il link diretto) è un progetto che permette di censire gratuitamente il proprio veicolo contribuendo attivamente alla lotta contro le truffe per cui son noti i commercianti di auto disonesti. Come sottolinea Maurizio Picollo, promotore dell’iniziativa, non si tratta semplicemente di filantropia, ma i contributors possono avere dei vantaggi diretti a breve termine. I veicoli reimmatricolati hanno una passato poco limpido e per i possessori c’è il rischio di trovarsi inconsapevolmente complici del raggiro in occasione della rivendita. Come tutelarsi ufficiosamente? Semplice. Al momento dell’acquisto di un veicolo è sufficiente pubblicarne sulla piattaforma il chilometraggio, operazione non reversibile che lascerà una traccia indelebile della percorrenza relativa ad un determinato numero di telaio. Il punto forte del database è la possibilità di convalidare l’autocertificazione allegando la foto dell’odometro, lo screenshot dell’annuncio di vendita (immagine in basso a sinistra) e la scansione della fattura di acquisto prevenendo ogni dubbio riguardante la buona fede dell’operazione. Il caso vuole che uno dei primi a trarre profitto del progetto è proprio il fondatore stesso che ha sventato la minaccia di un’azione legale mostrando la cronologia delle conversazioni (foto di destra) con l’allora venditore di un motociclo successivamente rivenduto e risultato schilometrato a seguito di perizia. Ricapitolando, il quarto proprietario ha scoperto una truffa del secondo (rivenditore) ai danni del terzo (Maurizio) che ha rischiato di assumersene la responsabilità. Naturalmente non si parlerebbe di truffa se il primo proprietario avesse censito l’effettivo chilometraggio del veicolo evitando una lunga serie di equivoci certificati dal responsabile tecnico del centro di revisioni che durante il collaudo ha riportato il dato letto dell’ odometro manomesso (leggi “il revisiore non certifica il chilometraggio“). Registrare i veicoli dei clienti senza autorizzazione è una violazione della privacy, ma invitarli a farlo autonomamente è un chiaro segno di onestà e professionalità, due attributi fondamentali nell’ambito dei collaudi.