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Sara Moretto Archivi - FederIspettori

Per gli operatoriPer gli utenti

In data 12 Luglio si è tenuto il webinar organizzato dall’associazione di categoria CNA intitolato “La sicurezza stradale, un bene pubblico”. Evito di dilungarmi nei commenti: non sarei di certo imparziale e quindi decaderebbe ogni mia argomentazione. Vi lascio però l’opportunità di consultare una delle slide mostrata al meeting per farvi un’idea di quanto a questi soggetti sta a cuore il tema della sicurezza stradale: “le modifiche alla figura dell’ispettore rappresentano una deriva che rischia di scardinare l’attuale sistema normativo e la tenuta delle imprese”. In parole povere ritengono che l’ispettore debba continuare ad essere asservito al centro di revisioni in quanto il garante della sicurezza stradale è l’impresa che ha investito il capitale nell’attività e – a detta loro – per la formazione della risorsa (???). Nessuna menzione, naturalmente, al fatto che le responsabilità penali legate al controllo tecnico fanno capo all’ispettore, ma – davvero – rispetto il punto di vista. Quello che mi manda in bestia è ben altro, e non centra nulla con gli ideali, o meglio, con i più che leciti interessi di categoria. Quando si cerca di ostacolare il processo evolutivo dell’ispettore, in ottemperanza alla 2014/45ue, non si esprime banalmente un parere, ma si manifesta palesemente, anche se fra le righe, la volontà di eludere la legge. E agli haters dell’Europa ricordo che il comma 3 dell’articolo 13 del DM 214/17, normativa italiana, riporta testuali parole: “Al momento di effettuare un controllo tecnico, l’ispettore deve essere esente da conflitti d’interesse, in modo da assicurare che sia mantenuto un elevato livello di imparzialità e obbiettività…”  Una grande farsa: davanti ad alcuni membri del Parlamento, l’organo preposto all’approvazione delle leggi, se ne chiede velatamente la disobbedienza. Non è assurdo? Evidentemente no, è il frutto del rapporto bilaterale politica/associazioni di categoria: da una parte si dimostra l’attenzione verso le istanze mosse dai potenziali elettori, dall’altra la “potenza di fuoco” , ovvero la capacità di influenzare chi guida il paese.

E’ così da sempre, e non ci vedo nulla di male. Qualche esponenti della Commissione Trasporti, naturalmente estraneo all’argomento, che si rivolge alla platea con i soliti interventi vuoti conditi da qualche parolone ad effetto che denotano un’imbarazzante ignoranza in materia. Blablabla, sicurezza stradale, blablabla, le imprese, blablabla, il nostro impegno, il futuro eccetera eccetera. Di questi elementi tuttavia ce n’è uno, anzi, una, che spicca per costanza e, perchè no, per competenza. Si tratta dell’Onorevole Sara Moretto, deputata ex-PD, ora Italia Viva, che peraltro non ha nulla a che vedere con la commissione preposta ai tavoli inerenti al settore revisioni. Dal 21 Giugno 2018 appartiene infatti alla X Commissione (attività produttive, commercio e turismo), ma in più occasioni si è mostrata vicina al settore, sempre fianco a fianco a CNA. Non è lecito qualche sospetto? Via i moralismi da questo articolo: il mondo gira intorno gli interessi ed anche questo blog è nato per un interesse personale, ovvero creare un mezzo per diffondere la MIA idea di settore e per migliorare la MIA posizione lavorativa. Poi, che questa mission coinvolga indirettamente tutta la categoria ed oggettivamente apporti un miglioramento alla sicurezza stradale collettiva mi fa molto piacere, ma di certo non mi sono mosso per quello, almeno in principio. –E tu, Sara, perchè o per chi ti muovi?- Dai, della sicurezza stradale non te ne frega un accidenti, anche perchè non sei portavoce di una buona causa, per nulla. Restava solo da capire quale fosse il tuo coinvolgimento, dove fosse il “tuo interesse”, e per un po’, ingenuo, ho creduto alla migliore delle ipotesi. Mi è rimasta impressa la foto condivisa qualche anno fa sui profilo Facebook pubblico di Antonella Grasso, rappresentante CNA, che vi ritraeva insieme, in tuta da pilota, al circuito di Pomposa.

Antonella Grasso (CNA), al centro, e Sara Moretto (Italia Viva) a sinistra.

Solidarietà fra donne, magari un’amicizia, e la certezza che la Grasso è una grande professionista. Che ti abbia convinta, in buona fede, a sostenere la propria causa fa parte del gioco, anzi, è l’essenza stessa del gioco. Le imprese hanno tutte le ragioni di lamentarsi con lo Stato perchè questo cambiamento, per una minima parte di esse, sarà distruttivo. Ma, ahimè, sbagliano richieste. La pubblica amministrazione ha delle grandi responsabilità in tutto ciò: chiedetele il conto! Vengono stanziati milioni di euro per fesserie quali l’inutile “bonus veicoli sicuri”: perchè non utilizzare quel denaro per indennizzare le attività a tutti gli effetti truffate dallo Stato? In principio per aprire un centro revisioni era richiesto come requisito fondamentale il possesso delle 4 – ora 3 –  “categorie” ai sensi della L.122/92, ora pare che l’attività perfetta debba essere nettamente separata, indipendente, dell’autoriparazione. Prima il responsabile tecnico era una figura subordinata al centro di controllo, ora superpartes a tutti gli effetti, disposizioni di buonsenso già intuibili nel lontano 96′, ma affossate per consentire il business selvaggio. In poche parole il modello CNA, come si evince dalla slide sopra riportata, il modello voluto da CNA, il modello che vuole mantenere CNA. Il sistema prevaricatore dei “padroni” che non può essere sposato da un’esponente politico ex-PD, partito sempre attentissimo, nei proclami, alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori. A tutto però c’è una risposta e questo tuo coinvolgimento, cara Sara, non è certamente filantropico o in funzione a rapporti interpersonali. Dal tuo profilo pubblico presente sul sito www.camera.it figurano le dichiarazioni patrimoniali dell’anno 2018, 2019 e 2020. Ho scoperto che nel 2018 avevi partecipazioni al 60% in due attività, la Moretto Car Service SRL e la Genius Car SAS ( Locazione immobiliare di beni propri o in leasing – affitto), entrambe naturalmente allo stesso indirizzo.

La Moretto Car Service, fonte sito ufficiale, è una carrozzeria multiservizi fondata nel 1983 da Rino Moretto, presumibilmente un parente dell’Onorevole Moretto. La biografia su wikipedia conferma l’ipotesi: “Diploma di ragioniere e perito commerciale all’allora ITC Luzzato, si occupa di amministrazione nell’azienda di famiglia…”. Ecco spiegata, in poche righe, la particolare attenzione che la Moretto ha sempre riservato al nostro settore, al proprio settore. Si può parlare di principio di terzietà con un politico che è tutto meno che esente da conflitti d’interesse? Anche tra le fila del parlamento, ahimè, abbiamo una titolare di autofficina e centro di controllo, anzi, ex-titolare, dato che nelle successive dichiarazioni patrimoniali non risulta più aver legami con le società. La cessione delle quote è sufficiente per poter ritenere l’Onorevole Sara Moretto a tutti gli effetti indipendente? Nutro qualche perplessità.

Diego Brambilla

P.S. Ma Italia Viva non era un partito profondamente europeista? L’europeismo è un po’ come l’ecologia: siamo tutti green, ma col c**o degli altri.

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I veicoli alimentati a GPL devono essere sottoposti a manutenzione straordinaria per ragioni di sicurezza al decimo anno di vita, un obbligo da espletare in due fasi secondo il Codice della Strada. Per prima cosa, l’automobilista deve recarsi presso un’autofficina autorizzata per la sostituzione del serbatoio GPL, una modifica alle caratteristiche costruttive del veicolo che comporta l’aggiornamento della carta di circolazione  dopo visita e prova da parte dei funzionari della Motorizzazione Civile, ovvero la seconda fase. Se la prima operazione con una spesa a partire da 350€ si porta a termine agilmente, la seconda è una spina nel fianco non tanto per i costi, bensì per i tempi di attesa. Gli uffici territoriali, come dichiara l’On. Sara Moretto di Italia Viva (immagine sotto)  nel corso del question time presso il Ministero dei Trasporti, sono in carenza di organico e tale criticità sarà acuita dal carico ingente di operazioni previste, frutto degli incentivi ai veicoli alimentati a GPL e gas naturale erogati degli anni 2009,2010 e 2011. Non fa una piega: il problema sussiste da anni ormai e nonostante sia stata emessa una circolare ministeriale per consentire ai veicoli bifuel in attesa di collaudo di circolare liberamente, ma solo a benzina, e di superare regolarmente la revisione, i disagi restano. Per quale motivo un cittadino che ha acquistato un’auto con alimentazione alternativa per risparmiare sul carburante o per essere più ecologico dovrebbe rinunciarvi per mesi (oltre un anno in alcune provincie) a causa di una grave mancanza da parte di un organo dello Stato? Assurdo, in un paese civile, ma ancora più assurde la parole che arrivano dalla politica. La deputata, per superare l’attuale sistema di collaudo gestito dalla Pubblica Amministrazione, propone di annotare la regolare sostituzione del serbatoio del GPL sulla carta di circolazione con autocertificazione effettuata da officine riconosciute. In parole povere: Il problema sono i collaudi? Benissimo, eliminiamoli. Semplice no?

Chi verificherà che il montaggio del serbatoio sia stato eseguito a regola d’arte? Nessuno, ma sarà previsto un “pezzo di carta”, la cosiddetta autocertificazione dell’installatore per determinare eventuali responsabilità in caso di incidente, peccato che ormai sarà troppo tardi per il malcapitato automobilista e per tutti coloro che saranno sfortunatamente coinvolti.  Con la sicurezza stradale non si scherza, soprattutto se si tratta di GPL.  L’On. Moretto definisce i collaudi come una mera operazione formale da parte della Motorizzazione civile per l’aggiornamento della carta di circolazione”, una dichiarazione distante anni luce dal contenuto dell’art. 78 del Codice della Strada che disciplina queste pratiche “burocratiche”, che poi tanto burocratiche non sono. Quattro occhi sono meglio di due, sempre, ma soprattutto se il controllo finale viene eseguito da un tecnico esterno che non ha alcun interesse nel certificare a tutti i costi come regolare il lavoro dell’installatore. È il cosiddetto principio di terzietà, ciò che l’Unione Europea vuole introdurre da anni in materia “controllo tecnico dei veicoli”, ma in Italia sembra non attecchire. Forse non tutti sanno  che la sostituzione dei serbatoi per i veicoli alimentati a CNG (metano) avviene secondo un iter molto simile alla proposta riguardante il GPL, ma a cadenza quadriennale o quinquennale a seconda del tipo di bombola. Numerosi i casi di bombole dichiarate sostituite sul certificato dell’installatore (targhetta GFBM – immagine di destra), ma in realtà mai riqualificate: ecco cosa succede ad affidarsi ciecamente ai “pezzi di carta” prodotti dagli installatori (autofficine autorizzate) in un paese dove i controlli verso le imprese sono un evento più unico che raro.

Per concludere, ciò che lascia maggiormente di stucco sono i mandanti di questa folle proposta, ovvero le associazioni di categoria che, in linea teorica, dovrebbero adoperarsi per un incremento di lavoro nel settore. Da anni lamentano un calo significativo delle produttività rivendicando aumenti di tariffa e maggior assistenza da parte dello Stato, ma sprecano questa grande occasione di introdurre una nuova competenza per i centri di controllo privati, imprese in grado di espletare in maniera efficiente questo tipo di operazioni. Con l’introduzione dell’ultima normativa comunitaria – 2014/45ue -, l’addetto alla revisione ministeriale – ora ispettore – diviene una figura altamente qualificata grazie ad una nuova formazione, ma le stessa associazioni ritengono sia impossibile collocarlo nelle imprese italiane limitate, per legge, alle revisioni ministeriali art.80 del Codice della Strada. Oltre vent’anni fa tali operazioni venivano privatizzate per un situazione analoga a quella odierna: cosa stiamo aspettando? Nel frattempo, la Francia prevede corsi di formazione integrativi per gli ispettori privati che intendono conseguire l’abilitazione al controllo dei veicoli con seconda alimentazione (link): è così difficile prendere esempio?

On. Moretto, non si mette in dubbio la Sua buona fede ma, rifacendoci al Suo slogan, non sarebbe meglio affrontare il problema prima di proporre soluzioni affrettate?