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Correva l’anno 2000 ed in televisione si parlava di revisione ministeriale. Era la campagna pubblicitaria dall’allora “Dipartimento dei Trasporti Terrestri”, oggi Ministero delle Infrastrutture Sostenibili, per informare riguardo la nuova periodicità del controllo tecnico secondo le direttive europee. Un Pippo Baudo di mezza età che rimprovera un’ignaro automobilista intimandogli di sottoporre il proprio veicolo malconcio a revisione. – Ci sono gli uffici della Motorizzazione e ben 4000  (pensate un po’, 4000!!!) officine autorizzate che in un’ora fanno tutto. –  Lo spot infine si chiudeva con uno slogan ad effetto: un’automobile revisionata è un’automobile si-cu-ra.

Con il nuovo millennio black-out totale, perlomeno da parte dello Stato. Campagne per disincentivare la guida in stato di ebbrezza, contrastare lo smartphone al volante oppure per sensibilizzare all’utilizzo delle cinture di sicurezza, ma di revisione mai più sentito parlare, come se la privatizzazione di massa avesse eliminato la pubblica utilità dal controllo tecnico. Forse in un certo senso è andata proprio così, anche perchè le uniche pubblicità comparse dal 2000 ad oggi sono finanziate da imprenditori privati allo scopo di attirare clienti, nulla più. E’ celebre  e decisamente sopra la media quella di CRA – Centro Revisioni Auto con l’attore comico Andrea Roncato: – A me piace scherzare, ma sulla sicurezza sono molto serio! –. Tanto di cappello per la scelta coraggiosa: oggigiorno menzionare sicurezza stradale e professionalità mentre si parla di revisione ministeriale potrebbe essere controproducente. Non è certo a misura di italiano medio che predilige i messaggi promozionali nei quali vengono omaggiati buoni carburante, sconti, oppure fantomatiche lotterie con in palio una vacanza ai Caraibi o un banale televisore 49 pollici. E tutto rigorosamente all’insegna delle velocità: revisione in 20 minuti, revisione in 18 minuti e, odite odite, revisione in 13 minuti! Di certo in qualche meandro d’Italia sarà stato promosso il controllo “a distanza” , il trattamento di favore o l’esito “regolare” di diritto, ma questo è un altro discorso. Sicurezza stradale? Non pervenuta.

Urge un cambio di rotta, ma prima ancora servono imprenditori etici disposti a sacrificare il profitto a favore di un nuovo modus-operandi che alla lunga premierà, anche sotto il punto di vista del business. Fra i pionieri di questo movimento i membri dell’associazione Asso.Car che nel mese di Settembre/Ottobre 2021 autofinanzieranno una campagna social di sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale. Verranno raggiunti 39.000.000 utenti, la totalità degli italiani maggiorenni iscritti a Facebook, la piattaforma più utilizzata nel nostro paese. Inoltre, aggiunge Luca Donna – presidente Asso.Car – , l’auspicio è quello di coinvolgere la IX Commissione Trasporti del Parlamento al fine di ottenere per questa giusta causa uno stanziamento di denaro pubblico nella legge di bilancio. – Una campagna governativa, senza bandiera, che ricordi a tutti l’importanza della revisione ministeriale ai fini della salvaguardia della sicurezza stradale. –  Siamo tutti debitori verso Asso.Car, prima per l’adeguamento ISTAT della tariffa, ora per questa operazione che sicuramente avrà effetti benefici sulla clientela di tutta Italia.