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Lo scorso 24 Aprile si è tenuto presso la sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il primo incontro per discutere la concessione a privati delle revisioni dei veicoli trasporto merce con massa superiore a 35 q.li. introdotta dalla legge n.145/18 (link). Oltre ai vertici della Motorizzazione Civile, le associazioni di categoria e le rappresentanze delle numerose realtà del settore autotrasporto, presente una delegazione di AICC (Associazione Ispettori Centri di Controllo) in quanto, come previsto dall’accordo Stato-regioni n. 65 csr del 17 Aprile 2019 (link), l’autorizzazione alla revisione dei cosiddetti “pesanti” è riservata unicamente agli ispettori già abilitati al controllo dei veicoli leggeri. Per gli ex-responsabili tecnici privati della revisione ministeriale sarà sufficiente il superamento di un corso di 50 ore (modulo C), mentre per gli esterni che vorranno accedere alla professione, oltre al conseguimento del modulo C, le ore saranno 296 (modulo A+B) che scendono a 176 per i laureati in ingegneria meccanica (modulo B). Come descritto molto esplicitamente nella risposta alla convocazione inviata al Ministero dei Trasporti, l’unico impegno dell’Associazione ICC sarà garantire l’indipendenza di giudizio dei futuri ispettori affinchè possano agire con professionalità senza conflitti d’interesse. Nonostante questa posizione non fosse stata condivisa con la platea dal delegato AICC David Brescianini (responsabile di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta)(foto di destra), la gran parte dei relatori hanno espresso opinioni affini memori del grande flop che fu la liberalizzazione delle revisioni dei “leggeri” avvenuta oltre vent’anni fa e di cui tutt’ora si pagano le conseguenze. Oggi come allora le imprese private sono chiamate a subentrare alla Motorizzazione Civile incapace di gestire l’ingente mole di lavoro, una grande opportunità di business per gli imprenditori, ma con effetto boomerang se gestita approssimativamente. La revisione ministeriale è in primis sicurezza stradale, ma è anche il principale motore dell‘automotive in quanto genera introiti in tutto il settore incentivando l’autoriparazione ed il commercio di veicoli, due mercati in crisi a causa della “leggerezza” dei controlli sui veicoli di massa inferiore a 35q.li. Per evitare le conseguenze dalla concorrenza sleale fra imprese concorrenti numerosi relatori hanno proposto la terzietà dell’ispettore rispetto al centro di controllo da autorizzare mediante “concessione” (non autorizzazione) per garantire allo Stato il potere di revoca se la buona condotta dell’attività dovesse venire a mancare. Aperta anche una parentesi sull’inefficienza degli attuali controlli da parte della Motorizzazione Civile sui centri di controllo privati, un deficit assolutamente da risolvere considerando la pericolosità dei veicoli pesanti ed il grave impatto che potrebbero avere sulla sicurezza stradale se controllati inadeguatamente. Degna di nota la proposta di affidare il nuovo incarico ad attività esterne all’autoriparazione per eliminare il conflitto d’interesse “cliente-meccanico”, aspetto controverso del sistema revisioni italiano già ammonito dall’Europa con la direttiva 2014/45ue (link). Malgrado questa valide proposte, pare ci sia un ostacolo insormontabile: il comma 1149 e 1150 della legge di bilancio n.145/18 integrano l’articolo 80 del c.d.s. riferito ai “veicoli a motoreescludendo di conseguenza tutti i rimorchi, una fetta notevole del parco circolante “pesante” che rimarrebbe di competenza della Motorizzazione Civile vanificando il progetto di rendere più efficiente il settore.

Dirigenza della Motorizzazione Civile presente alla riunione del 24 Aprile 2019


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Efficace slogan pubblicitario? No, grave realtà registrata con lo smartphone alla Motorizzazione Civile di Vercelli. Se fosse il titolo di una campagna di marketing sarebbe pubblicità ingannevole da denuncia, ma purtroppo i fruitori di tale servizio (o disservizio come dir si voglia) non avrebbero le competenze per accorgersene. Uno qualsiasi lo freghi, ma un responsabile tecnico no. È proprio da un operatore privato piemontese che arriva questo video (clicca qui per il link di Youtube) recapitatomi lo scorso Dicembre. Il filmato è stato elaborato per mettere in evidenzia le prove parziali ed i rispettivi tempi di esecuzione:

  • Identificazione del veicolo [link diretto] (40 secondi): Il tecnico verifica il numero di telaio che in questo caso è punzonato centralmente sulla paratia abitacolo-vano motore .
  • Controllo fari [link diretto] (35 secondi): “accenda le luci, anabbaglianti, abbaglianti, frecce…” Come può un semplice esame visivo del funzionamento delle lampadine (tra l’altro solo anteriori) sostituire la prova eseguita con il centrafari [1400€ circa] (foto di destra)? –il centrache?- Avete presente quando l’auto che vi precede sembra abbagliare da un faro?  Il centrafari è uno strumento in grado di analizzare l’orientamento del fascio luminoso così da rilevare i comuni errori di montaggio della lampadine dovuti al fai-da-te che convertono, di fatto, gli anabbaglianti in abbaglianti. Un’altra funzione dell’apparecchio è quella di misurare con precisione l’intensità luminosa in Lux (unità di misura internazionale) per confrontarla con i limiti vigenti; volete forse dirmi che il tecnico della Motorizzazione è dotato di occhiali 4.0 con sensori integrati? Quando viene avviato il test nei centri di revisione privati,  un timer di 60 secondi + 15 secondi per luce (quindi altri 60 secondi) inibisce l’uso degli altri strumenti per far si che la misurazione venga svolta minuziosamente. Notate qualche piccola differenza?
  • Controlli visivi [link diretto] (1 minuto e 45 secondi): Dopo un rapido esame delle cinture di sicurezza (senza verificare gli ancoraggi) e del corretto funzionamento delle portiere, il tecnico osserva spannometricamente gli pneumatici. Nei centri di revisione privati è impossibile un’analisi superficiale del battistrada poichè per ogni pneumatico viene richiesto il costruttore, il modello, la misura integrale e lo spessore misurato manualmente con lo spessimetro [30€ circa]. La compilazione di tutti i campi (immagine sotto)  responsabilizza maggiormente l’operatore che, oltre a svolgere più accuratamente l’analisi della sicurezza del battistrada, verifica la corrispondenza della misura con quelle riportate sulla carta di circolazione. -pneumatici ok, sono tondi e neri, può andare-. Va riconosciuto che anche nel settore privato purtroppo non viene data molta importanza ai cosiddetti controlli visivi, ma la Motorizzazione Civile che rappresenta la massima autorità dovrebbe dare il buon esempio. 
  • Analisi opacità [link diretto] (3 minuti): Finalmente una tempistica umana per il controllo delle emissioni, ma quante imprecisioni! Forse non tutti sanno che per i veicoli diesel i valori rilevati tramite l’opacimetro non vanno confrontati con un limite normativo, bensì con un valore relativo al veicolo che in questo caso è riportato nella parte interna del cofano motore. (per approfondire leggi Emissioni diesel fantasma: impossibile monitorarle durante la revisioni) Vista a raggi x? Scherzi a parte, che fine ha fatto il contagiri [2000€ circa]? Il contagiri (foto di destra) fa parte della dotazione obbligatoria per i centri di revisione e di fatto serve a trasmettere i giri motore effettivi al computer che gestisce l’esecuzione dell’analisi dopo aver misurato la temperatura dell’olio motore tramite sonda annessa. -Non sarebbe sufficiente ricavare queste informazioni dalla strumentazione del veicolo?- 
  • Prova freni [link diretto] (2 minuti e 30 secondi): Tempi in linea con quelli del settore privato, ma anche in questo caso manca qualcosa. Tanto per cominciare, il compito di frenare sui rulli viene affidato al cliente che indisturbatamente, al momento di testare il freno di stazionamento, utilizza il freno di servizio a pedale. Secondo voi è normale affidare il controllo più importante per la sicurezza del veicolo all’automobilista inesperto (o furbo)? Non è finita. L’efficienza massima frenante è importante, ma per svolgere una prova ad-hoc è necessario verificare che per raggiungerla non debba venir esercitata una pressione esagerata sul pedale del freno. Ecco che entra in gioco il misuratore di sforzo pedale [1500€ circa] nient’altro che un sensore che oltre un determinato valore di pressione sul pedale del freno interrompe il test. Ah, dimenticavo, tutto questo viene monitorato dalla fotocamera [1500€ circa] (foto di destra) che immortala il veicolo dandone prova dell’effettiva presenza sulla linea. Avete visto qualcosa del genere?
  • Prova giochi [link diretto] (3 minuti e 45 secondi): Nulla di eclatante da segnalare per quanto riguarda il controllo dell’avantreno e del sottoscocca, se non che è stata l’ultima analisi della revisione ministeriale. Che fine ha fatto la prova del segnalatore acustico? Contro ogni aspettativa non si tratta di un semplice test alla buona poichè il rumore emesso da clacson viene misurato con il fonometro [2300€ circa] (foto di destra), altro equipaggiamento obbligatorio per il responsabile tecnico privato insieme al relativo calibratore [1000 € circa]  per verificare quotidianamente la veridicità della misurazione.

Non è lecito mettere in dubbio a priori la professionalità del dipendente della Motorizzazione Civile come non è corretto affermare che le attrezzature sopra citate sono inutili [quasi 10000€!]Ogni responsabile tecnico con un briciolo di esperienza è in grado di riconoscere un clacson irregolare senza misurarne i decibel o l’illuminazione insufficiente dovuta all’opacità del faro senza l’ausilio della strumentazione, ma per quale motivo  non uniformare le procedure vista l’equivalenza della revisione  ministeriale pubblica e privata? L’attrezzatura in dotazione ai centri di revisione privati ha la finalità di limitare l’errore umano ed i tentativi di frode, ma chi garantisce la buona condotta della Motorizzazione Civile? Un errore su un ciclomotore ha un peso, lo stesso su un pullman con a bordo una scolaresca un altro. La cronaca nera insegna, con la sicurezza non si scherza.