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Per gli operatoriCovid-19

Dopo Spagna (articolo) e Portogallo (articolo), è molto interessante scoprire come i cugini d’Oltralpe hanno gestito la pandemia Covid-19 in materia revisione ministeriale dei veicoli. Già, perchè se a inizio Marzo beffeggiavano l’Italia con il tristemente noto video-sfottò della “Pizza al Coronavirus”, a metà mese annunciavano lo stato di emergenza sanitaria al pari del resto d’Europa. – Siamo in guerra – dichiara Emanuel Macron, primo ministro francese, il 16 Marzo 2020 introducendo le prime misure di contenimento al contagio: spostamenti limitati alle sole necessità inderogabili e sanzioni per i trasgressori. Nessuna misura iniziale circa il controle technique vehicule – la revisione ministeriale -, ma i centri di controllo sembravano non essere autorizzati ad operare secondo la normativa vigente. Per l’esattezza, non rientravano ne fra le attività sospese dall’Ordinanza del 14 Marzo 2020, ne fra quelle consentite dalla successiva Ordinanza 15 Marzo 2020 del Ministre des solidarités et de la santé, (link) il Ministero degli Affari Sociali e della Salute. Al contrario, la categoria dell’autoriparazione, ben distinta dall’ispezione tecnica, figura al primo posto nell’elenco della attività ritenute fondamentali dal Governo francese. Dopo una settimana di confusione arriva il chiarimento da parte del ministro della Transition Ecologique et Solidaire (Transizione Ecologica e Inclusiva) Elisabeth Borne, in accordo col segretario di Stato dei trasporti Jean-Baptiste Djebbari. A seguito di una lunga contrattazione con l’organizzazione CNPA, la principale associazione di categoria nell’ambito dell’automotive, il governo autorizza l’esercizio dei centri di controllo, ma concede una proroga per evitare il sovraffollamento nelle strutture. Di seguito parte del comunicato stampa ufficiale (link):Nonostante le restrizioni al traffico dovute alla lotta contro il Covid-19, nelle prossime settimane molti veicoli dovranno circolare, in particolare per la fornitura di prodotti alimentari, la consegna di gas medicinali essenziali per il funzionamento di respiratori artificiali, la consegna di carburanti, trasporti pubblici per persone o per persone che devono lavorare.  I centri di controllo tecnico sono, per assimilazione alle attività di manutenzione e riparazione di autoveicoli, autorizzati ad aprire, nel rispetto delle necessarie misure sanitarie. Al fine di conciliare le questioni di sicurezza e il traffico, è necessario garantire la continuità dei servizi essenziali e la vita economica.” Per la scadenza della revisione dei veicoli leggeri è annunciata una “tolleranza” di tre mesi, disposizione valida anche per le cosiddette “controvisite”, i controlli supplementari a seguito dell’esito sfavorevole della prima ispezione. Solo 15 giorni di bonus per i pesanti (merci e trasporto pubblico di persone), veicoli di grande importanza strategica anche in questa fase di criticità. La prima misura rientra nel Decreto 2020-306 del 25 Marzo 2020 (link), in particolare nell’art. 8):Quando non sono scaduti prima del 12 marzo 2020, i termini imposti dall’amministrazione, in conformità alla legge e ai regolamenti, a qualsiasi persona per effettuare ispezioni e lavori o per conformarsi a prescrizioni di qualsiasi tipo sono, a tale data, sospesi fino alla fine del periodo di cui all’articolo I dell’articolo 1 [dal 12 Marzo a un mese dalla data di presunta fine dell’Emergenza, ovvero il 24 Giugno 2020] , salvo quando risultino da una decisione del tribunale.” Per i pesanti, il Decreto 2020-358 del 28 Marzo 2020 (link) stabilisce 18 giorni di proroga in previsione al ritorno nel regime di piena operatività previsto per il 1° Aprile 2020. Dallo stesso giorno, i centri di controllo vengono menzionati nell’elenco di attività autorizzate ad operare al pari delle imprese di riparazione e manutenzione dei veicoli. (Decreto 2020-384 del 1° Aprile 2020).

Per gli operatoriCovid-19

Buongiorno

Permane tra i centri revisione auto ex Art.80 C.d.S. una grande confusione in ordine alla possibilità di continuare o sospendere le operazioni di revisione.
Manca, infatti, una linea univoca e chiara dettata istituzionalmente su come comportarsi.
Al contrario, la proliferazione di decreti, ordinanze e circolari di queste drammatiche settimane, ha creato disorientamento e confusione e portato gli operatori a comportarsi in maniera differente sul territorio.
E’, quindi, con spirito civico innanzitutto da cittadini, e solo dopo da operatori del settore, che chiediamo una voce chiara ed autorevole che imponga a tutti un comportamento uniforme e, soprattutto, conforme allo spirito delle norme emanate che vanno nella direzione di ridurre al minimo le occasioni di contatti interpersonali.
Ricordiamo i decreti di queste settimane e l’impatto sui centri stessi.

Con il decreto “Cura Italia” sono state prorogate tutte le revisioni con scadenza fino al 31 Luglio alla scadenza del 31 Ottobre 2020. Lo stesso dichiarava che il comparto dell’autoriparazione, a cui i centri revisione appartengono, poteva continuare a rimanere operativo.

Pare tuttavia chiaro ed evidente che la norma emanata sospendeva di fatto la necessità di revisione di TUTTI i veicoli e che, quindi, l’effettuazione della revisione cessava di essere un giustificato motivo di necessità per circolare e muoversi.
Si è innestata la prima grande confusione che ha avuto, come sgradevole corollario, la conseguenza di fornire alibi a chi voleva continuare ad essere operativo.
Infatti taluni hanno ritenuto di leggere che tutti i veicoli scaduti in precedenza del decreto avessero comunque necessità di effettuare la revisione.

Non aiutava il successivo DPCM del 22 Marzo che al suo allegato 1 recava un elenco di codici ATECO che possono continuare la loro attività perchè ritenute attività necessarie. I Centri di revisione auto si trovano, in genere, sotto due codici ATECO: il 45.2 (Autoriparatori) ed il 71.01 (Collaudi Tecnici). Ciò ha convinto i centri revisione che potevano legittimamente continuare ad operare pur in presenza di una norma che di fatto declamava che “La Revisione non è operazione necessaria!”.

Infine è intervenuta la Circolare del MIT 0001735 del 23 Marzo 2020 la quale in maniera chiara, tronca qualsiasi equivoco interpretativo in ordine alla necessità di effettuare la revisione per i veicoli che l’avevano scaduta, specificando che non vi erano eccezioni (quindi potevano anche essere scadute da un mese, da un anno, o da dieci anni) o di categoria (veicoli trasporto merci o ambulanze): la revisione era sospesa per TUTTI!

Ciononostante diversi centri revisione, la maggior parte dei quali ha anche un’officina, continuava ad effettuare operazioni. La provincia di Pisa, in una lettura logica di quanto emanato via via in questi giorni, ha ritenuto di chiarire ed ha scritto in maniera chiara ed inequivoca: l’attività dei centri revisione deve essere sospesa!

A tal punto, sebbene con grave ritardo, riteniamo che l’ufficio provinciale della MCTC di ###### e/o la Provincia di #######, istituzioni alle quali afferiscono i centri revisione, debbano intervenire, con una voce unica ed autorevole, a dettare il comportamento che debbono tenere gli stessi centri. Si tenga conto come questo comportamento sia molto rischioso anche alla luce della specificità dell’operazione in cui l’operatore di revisione accede al veicolo di una terza persona entrando in uno spazio confinato come l’abitacolo. Il rischio di contagio Operatore/Cliente o Cliente/Operatore è tangibile. Fatte salve le indicazioni generiche per la sanificazione degli ambienti e dell’utilizzo di tutti i presidi di sicurezza necessari, è palese che in questa fase, stante anche la non necessità della revisione, è un’inutile assunzione di un rischio non solo per se stessi ma anche per tutta la comunità.

E’, del resto, la medesima logica che ha visto interrompersi gli esami per la patente di guida in cui vi era analoga promiscuità. E allora perché, a fronte di un rischio analogo, alcune operazioni vengono interrotte ed altre no?
La mappatura dei rischi, purtroppo, non può restringersi alle attività direttamente interessate. Se si lasciano rischi analoghi prima o poi interesseranno anche noi: il rischio di qualcuno apparentemente a noi lontano è un rischio per tutti! Tutto ciò vale per oggi, nel momento più acuto di questa emergenza, ma varrà anche per domani quando potranno disporsi le riaperture dei centri revisione e l’adozione di misure preventive di sanificazione, igiene e profilassi sarà un requisito cogente per la ripresa dell’attività.

Lo impone la responsabilità ed il rispetto verso tutti i nostri concittadini che da settimane limitano la loro libertà per il bene collettivo.

Cordiali Saluti

Ing. Antonio D’Ambrosio

Di seguito il link a tutti i documenti citati nella lettera: Decreto Cura Italia, DPCM 22 Marzo 2020, Allegato 1 DPCM 22 Marzo 2020, Circolare MIT 0001735 23 Marzo 2020, Comunicazione provincia di Pisa.

Per gli operatoriCovid-19

Quanti ispettori e titolari di centro di controllo alle 21:40 stavano seguendo il discorso del premier Conte relativo alle misure straordinarie per contenere il contagio da Coronavirus (leggi il decreto 11 Marzo 2020)? Sicuramente molti, ma quanti ci hanno capito qualcosa? Ormai si sa, siamo ben avvezzi alle comunicazioni ministeriali ed abbiamo imparato a riconoscerne il carattere: poca chiarezza e largo spazio alle interpretazioni, talvolta fantasiose, ma cosa volevamo sentirci dire? Alcuni erano per lo stop totale di tutte le attività, altri per l’esatto opposto: –Chi coprirà i tributi, l’affitto dei locali e la rata dell’attrezzatura se dobbiamo chiudere? Chi garantirà lo stipendio ai dipendenti se non lavorano? La risposta a entrambe le domande è la stessa: lo Stato. Ogni anno vengono revisionati circa 14 milioni di veicoli principalmente da parte di imprese private che da oltre vent’anni esercitano questa funzione sul territorio. Di certo i centri di controllo non operano gratuitamente, ma va riconosciuto che grazie al loro contributo viene alleggerita la mole di lavoro a carico delle strutture pubbliche, viene creata occupazione e vengono immessi nelle casse dello Stato oltre 300.000.000€/anno. Sì, 300 milioni di Euro all’anno. Circa il 30% della tariffa ministeriale va direttamente allo Stato (9,90€ di IVA + 11,98€ fra diritti D.T.T. e commissioni postali su 45€ netti di compenso), senza considerare le tasse sugli utili, le tasse sul reddito dei dipendenti e tutto il resto. Tasse su tasse, ma per cosa? L’unica consolazione per digerire questa pressione fiscale è pensare che sia tutto un dare per avere: finanziando i servizi pubblici migliora il benessere collettivo e vengono garantiti gli ammortizzatori sociali. Da soli non si può, insieme sì. Questo è l’unico spirito che ci consente di vivere armoniosamente nella società civile. Oggi 11 Marzo 2020 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) ha dichiarato il Coronavirus “pandemia” visto l’altissimo numero di contagi in tutto il mondo: il sistema sanitario italiano è al collasso ed il rischio di infezione è terribilmente concreto. Lo stop generale di tutte le attività è l’unica soluzione per arrestare il proliferare del virus, ma il governo sembra emettere provvedimenti con il contagocce. Dapprima vengono prescritte limitazioni generali, poi vengono bloccati bar e ristoranti nelle ore notturne mentre da domani lo stop riguarderà tutte le attività commerciali, meno quelle di pubblica utilità. La revisione ministeriale del veicolo, nonostante venga costantemente sminuita da automobilisti e politica è una pubblica utilità, ma le cose potrebbero cambiare. L’automobile è un bene di prima necessità, in particolar modo oggi poichè consente il trasporto evitando l’agglomeramento di persone tipico dei mezzi pubblici, ma senza revisione ministeriale in corso di validità non può circolare. Garantire il servizio revisioni o posticipare la scadenza della stessa chiudendo le attività? Da quando tutta l’Italia è stata proclamata “zona rossa” di fatto sono stati limitati gli spostamenti da comune a comune con deroga alle emergenze o a particolari esigenze lavorative. Ha senso obbligare i centri di controllo ad operare in città deserte con spese di gran lunga superiori agli incassi? Caro Stato, per oltre vent’anni ti abbiamo servito a testa bassa, ma ora abbiamo bisogno di te: salvaguarda la nostra salute ed aiutaci economicamente a sostenere questo momento di difficoltà!