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E’ ufficiale: dopo oltre 13 anni di tariffa bloccata a 45€ + IVA arriva l’adeguamento ISTAT corrispondente a poco meno di 10€ + IVA. I dettagli al comma 1 dell’art. 126 bis della Legge di Bilancio 2021 che istituisce il cosiddetto “buono veicoli sicuri”.

” Al fine di adeguare la tariffa relativa alla revisione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, di cui all’articolo 80 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ai sensi del comma 12 del citato articolo 80, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, modifica la tariffa prevista dall’articolo 2, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Ministro dei trasporti 2 agosto 2007, n. 161, aumentandola di un importo pari 9,95 euro.

I dettagli del buono sono specificati al comma 2 del presente articolo. In sintesi, si tratterà di un rimborso sulla tariffa della revisione ministeriale pari a 9,95€ e valido esclusivamente nel triennio 2021-2023. Ogni cittadino potrà usufruire del rimborso in una sola occasione, anche se intestatario di più veicoli. Le modalità di erogazione non sono state specificate ufficialmente, ma con buona probabilità i centri di controllo saranno sollevati da questo onere.

A titolo di misura compensativa dell’aumento di cui al comma 1, per i tre anni successivi alla data di entrata in vigore del decreto di cui al medesimo comma, è riconosciuto un buono, denominato « buono veicoli sicuri », ai proprietari di veicoli a motore che nel medesimo periodo temporale sottopongono il proprio veicolo e l’eventuale rimorchio alle operazioni di revisione di cui all’articolo 80, comma 8, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Il buono può essere riconosciuto per un solo veicolo a motore e per una sola volta. L’importo del buono è pari 9,95 euro. Il buono di cui al presente comma è riconosciuto nel limite delle risorse di cui al comma 3 del presente articolo. Il Ministro delle infrastrutture e trasporti, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, definisce le modalità di attuazione del presente comma.”

Al comma 3 vengono invece stabilite le proporzioni della manovra economica per finanziare il buono veicoli sicuri, uno spreco a tutti gli effetti. Sarà infatti difficile placare l’ira funesta del popoletto indignato (immagine di destra): non era meglio investire denaro per migliorare i servizi erogati dalla Motorizzazione Civile, ad esempio? Inoltre, facendo una rapida stima, i fondi stanziati saranno insufficienti, e nemmeno di poco. Le revisioni ministeriali effettuate ogni anno ammontano a circa 14 milioni (fonte Osservatorio Autopromotec) mentre il tasso di motorizzazione è di 62 auto ogni 100 abitanti. Sarebbero necessari almeno 14mln x 9,95€ all’anno per coprire il “buono veicoli sicuri”, 140 mln circa all’anno a fronte dei 4 stanziati: solo il 3% degli automobilisti usufruirà quindi del bonus. “O tutti o nessuno”, come si suol dire: in questo caso, forse, era meglio nessuno. Nel 2023, a rigor di logica, il buono sarà fruibile esclusivamente dagli automobilisti con veicoli immatricolati nel 2019 in quanto tutti gli altri, considerando la periodicità biennale della revisione ministeriale, avranno già sfruttato il benefit negli anni 2021-2022. I conti non torneranno comunque. Per i 2 milioni di veicoli immatricolati nel 2019 sarebbero necessari 2mln x 9,95€, quindi 20 milioni di euro: solo il 20% degli automobilisti, pertanto, rimarrà soddisfatto, 

“Ai fini di cui al comma 2, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasponi, è istituito un fondo con una dotazione di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.”

Seguiranno aggiornamenti e dettagli sulla data certa di entrata in vigore della disposizione pronosticata nei primi mesi del 2021.