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Confessioni di un RT

Condividiamo con piacere la lettere aperta di un imprenditore rivolta alle associazioni di categoria del settore revisioni, una delle quali lo rappresenta – per così dire – dal 1987. Un punto di vista differente da quelli ormai standardizzati che vedono titolari di centro di controllo avversi ad ogni sorta di cambiamento e dipendenti ispettori desiderosi di una rivoluzione a 360°. Il contenzioso va ben oltre alla mera lotta di classe: è una battaglia di buonsenso che ha come obiettivo finale la salvaguardia della sicurezza stradale:

Olbia, 18/02/2022

Oggetto: settore revisioni veicoli, adeguamento normativo e terziarizzazione settore controlli degli ispettori.

Gentili signori,

in qualità di direttore del Centro revisioni Consorzio Car Test Olbia 1, aderente all’atto della costituzione all’allora AIRA/CNA e tutt’ora associato alla CNA, devo esprimere la mia ESTREMA contrarietà agli argomenti e al metodo con cui le alte cariche preposte della vostra associazione stanno portando avanti le rivendicazioni in materia di revisione veicoli, auto / moto e mezzi pesanti.

Questo Consorzio nasce nel 1986 nell’intento di tutelare i meccanici indipendenti dalle concessionarie, le quali potevano aprire un centro revisioni senza ulteriori obblighi. Mentre per le quattro categorie professionali, meccanica, elettrauto, gommista e carrozzeria, occorreva avere tutte le quattro iscrizioni e, ATTENZIONE, come la legge chiaramente dice, le 4 attività devono essere effettivamente esercitate, e questo era ed è tutt’ora assai raro.

Negli anni a seguire, da 1600 centri presenti nel 1997, ci fu un proliferare di grandi officine che erano talmente grandi da esercitare effettivamente tutte le 4 attività. In realtà aprirono centri di meccanici, di gommisti, di elettrauti e di carrozzieri. Tutti centri dove si svolgeva solo una o al massimo due delle 4 attività richieste. Ma, miracolo dei miracoli, con le autocertificazioni in Italia tutto è possibile, soprattutto se poi non ci sono controlli. Così il gommista di turno, che palesemente ha un’officina dove si svolge solo l’attività di gommista (e lo vedrebbe e lo verificherebbe anche un cieco), avendo a suo tempo richiesto l’iscrizione per tutte le 4 attività, dichiarando semplicemente e con molta leggerezza che esercita effettivamente anche l’attività di meccanico, di elettrauto e di carrozzeria, apre il centro revisioni, in attesa che vengano verificate le autocertificazioni. Tralasciando per comodità meccanica ed elettrauto (che ora sono anche accorpate nell’unica attività di meccatronica), l’impressione che in tutti questi centri non si facciano attività di carrozzeria si ha immediatamente, perché le attrezzature necessarie per questa attività sono necessariamente una cabina di verniciatura e il tintometro. A tutti gli associati che hanno fatto la pratica presso di voi per l’apertura del centro avete mai evidenziato che fare una autocertificazione senza che poi ci sia il riscontro è un falso pauroso, con conseguenze penali? Non vado oltre perché potrei diventare scurrile. E credetemi, quando vedo nascere ed operare (e ce ne sono migliaia) centri che PALESEMENTE non esercitano neanche una delle attività richieste, ma fanno solo revisioni, allora mi chiedo davvero cosa fate voi della legge. Dico voi perché queste realtà quasi mai nascono da sole ma vengono sempre istruiti e indirizzati dalle associazioni di categoria e voi, non ho difficoltà a dirlo, insieme rappresentate la maggior parte delle imprese del settore. Così, siamo arrivati a 10.000 centri e in una città come Olbia ce ne sono 14, una guerra senza limiti che avvantaggia quelli che lavorano male, quelli che non guardano nulla e passano tutto e di più. Vince il più disonesto per intenderci perché di controlli sul campo, quelli veri, quelli fatti all’uscita del centro per verificare la corrispondenza dei valori rilevati, non ce ne sono mai stati e voi non avete mai fatto nulla per fare in modo che la legge venisse modificata per implementare un servizio di ispezione che, per il solo fatto di esistere, avrebbe risolto la stragrande maggioranza dei comportamenti illegali, di tecnici titolari e di tecnici dipendenti succubi dei titolari.

Detto questo, e dopo 25 anni di esperienza ce ne sarebbero veramente tante altre di cose da dire, passiamo al nuovo. Passiamo all’argomento Ispettore tecnico, alla sua abilitazione e al progetto di terziarizzazione del settore controlli, portato avanti da FEDRISPETTORI e da voi brutalmente combattuto. Quindi a voi va bene così, con gli ispettori iscritti a libro paga dei titolari dei centri o, meglio ancora, essi stessi titolari dell’officina. E in tutto questo sostenete che non vi sia nessun conflitto di interesse tra chi controlla e chi paga il controllore (nel caso dell’ispettore titolare, esso si paga da solo ed il conflitto è ancora più grande).

Perché ? Se è vero che siete d’accordo sulla terziarizzazione in ambito di revisioni di mezzi pesanti, perché non lo siete in ambito dei veicoli leggeri con massa =< a 35 q.li? Il principio di indipendenza del tecnico è esattamente lo stesso. Un dipendente non può, in nessuna circostanza, sostenere che non ha conflitti di interesse nella sua attività di controllo poiché viene pagato dal titolare alla fine del mese. Peggio ancora è il caso dell’ispettore che è anche titolare del centro. Una cosa senza giustificazioni. Come si può pretendere la sicurezza stradale con un sistema in cui l’80% dei centri è diretto in questo modo, con dipendenti o con tecnici titolari? E allora ben venga la richiesta, FORTE, degli ispettori che chiedono a gran voce la TERZIARIZZAZIONE. Il mio intento è quello di garantire la sicurezza stradale e la concorrenza leale, corretta. Non so se voi avete lo stesso obiettivo difendendo l’attività di dipendente del centro. Forse avete la necessità di difendere le migliaia di realtà che operano in questo modo e che, in ambito di terziarizzazione, non potendo più incidere sul risultato della revisione, abbandonerebbero il settore, tornando a fare quello che probabilmente sanno fare, il meccanico, il carrozziere o il gommista. E questo grido di libertà non è cosa semplice. Il lavoro autonomo, con rischio proprio, non è sempre migliore del tranquillo lavoro dipendente, con malattie, ferie e riposi pagati e via dicendo. Ma è un grido che si leva per cancellare 25 anni di attività di revisione facili, senza controlli e le spalle sempre al muro. Io la definirei ”voglia di cambiare le cose in meglio”. E con l’esperienza di chi sta sul campo, in trincea, e non di chi sta dietro la scrivania e cerca di salvaguardare gli interessi dei propri associati, anche se sono interessi che nulla hanno a che fare con il miglioramento del sistema e della sicurezza stradale. A scanso di equivoci (mi pare che non siete molto afferrati su questo) La direttiva 20147/45 UE, all’art 13 comma 4 (e non art 1 comma 3 punto 4 che non esiste neanche) recita: “Al momento di effettuare un controllo tecnico, l’ispettore deve essere esente da conflitti di interesse, in modo da assicurare, con piena soddisfazione dello stato membro e dell’autorità competente interessati, che è mantenuto un elevato livello di imparzialità e obiettività”. E’ sufficientemente chiaro? Non credo si debba pensare molto per capire che l’ispettore dipendente del titolare del centro ha un conflitto grande quanto una casa. E peggio ancora, in senso positivo per lui, il titolare ispettore è tutto un conflitto. E nemmeno c’è la distinzione fra ispettore di mezzi con massa < o > di 35 q.li.

Non ci sono davvero dubbi sul fatto che questa norma possa essere rispettata solo con la terziarizzazione, oppure con una assunzione di massa delle motorizzazioni per avere anche nei veicoli leggeri ciò che già oggi è possibile sui mezzi pesanti. Le così dette sedute esterne.

Finiamo con i corsi di abilitazione e con la verifica della professionalità degli ispettori attualmente operativi in base alle precedenti norme. Vorrei ricordare che dal 1997 fino ad aprile del 2011, in attesa dell’istituzione dei corsi e degli esami per responsabile tecnico, potevano operare e garantire la sicurezza stradale, tutti coloro che possedevano la maggiore età ed avevano i titoli scolastici richiesti. Quindi, il ragazzino diplomato all’IPIA (professionali) che magari ancora non aveva neanche la patente, una volta assunto e accreditato presso la motorizzazione di competenza diventava il RESPONSABILE TECNICO. Ma era in grado di farlo? E a chi importava questo? L’importante era rispettare le scadenze imposte dalla UE per il ritardo pazzesco nella revisione dei veicoli che da noi ancora si facevano ogni 10 anni e poi ogni 5. Stiamo parlando di 14 anni di regime transitorio in cui nessuno ha controllato la reale capacità di svolgere questo importante ruolo da parte di chi, solo con un titolo di studio, aveva la così detta FIRMA. Poi nel 2011 arrivano i corsi e gli esami. Gli esami non so, perché ancora non sono stati istituiti quelli ministeriali del nuovo regime, ma i corsi, cosa hanno in comune i corsi del 2011 con quelli previsti ora? NULLA. Ma proprio niente. Una differenza abissale di ore di studio. Allora, iscrivere nel registro coloro che sono già abilitati, senza fare un corso di aggiornamento (che sono già previsti) seguito però da esame di verifica non ha senso, se vogliamo garantire la sicurezza stradale. Abilitare le migliaia di tecnici esistenti con un sistema come quello descritto sopra, tutto da rifare, e una follia pura. Chi è preparato non avrà difficoltà ad andare avanti. Chi firma solo i referti ma non sa neanche come si mette in moto la macchina, giustamente passerà a qualche altra attività. E per finire, cosa volgiamo fare, una battaglia per non far fare l’esame di abilitazione per la revisione dei mezzi pesanti agli attuali ispettori tecnici che hanno fatto il corso di 50 ore che hanno sostenuto solo l’esame della commissione regionale? Io non ho veramente parole. Ma da questa domanda si capisce quanto poco siete interessati alla sicurezza stradale e quanto invece ai vs associati, tra i quali ci siamo anche noi, ma non ci sogneremmo mai, neanche lontanamente, di mettere in discussione l’esame ministeriale del futuro ispettore di mezzi pesanti. Non solo, oltre l’esame ministeriale, secondo il mio modesto parere dopo tantissimi anni di esperienza, aggiungerei un periodo di almeno 2/3 mesi di tirocinio presso le motorizzazioni o le sedi esterne, affiancati agli attuali funzionari MCTC, per fare esperienza sul campo e non solo sui libri.

Concludo, conscio del fatto che questa mia missiva non cambierà nulla nel vostro modo di operare, perché è palese che i centri che vi chiedono questo sono molto meno di quelli che vi chiedono di difendere l’impossibile e lo status quo, ma spero che si riesca a prendere atto del fatto che il settore va modificato, migliorato (molto), ma non nell’interesse degli esercenti commerciali ovvero i titolari delle officine, ma nell’interesse generale di un sistema corretto, controllato e funzionale, a difesa dell’obiettivo unico e imprescindibile, LA SICUREZZA DEI VEICOLI IN CIRCOLAZIONE. E se anche doveste riuscire ad imporre la vostra volontà ai nostri ministri e parlamentari, sappiate che l’illegalità delle vostre proposte, che evidentemente non eliminano il conflitto contemplato dalle norme UE, non scompare e sarà sempre contestabile. Con il cuore in mano vi invito a rivedere le vostre priorità ed una volta per tutte lavorate per il bene comune, di tutti i cittadini e degli operatori ONESTI. La richiesta dell’assenza di conflitto di interesse tra l’altro è una cosa, se ci pensate, ridicola. Mi viene da dire “ma chi è quello che costruisce un sistema in cui il controllore è controllato da chi gli da lo stipendio ? E’ talmente logico che lo si capisce al volo che non può essere così come è ora. Ma a volte, anche le cose logiche e giuste occorre imporle, per l’ignoranza e il lassismo della politica che ha lasciato questo settore per 25 anni con questi problemi.

Noi siamo pronti e non abbiamo nulla da temere da un sistema di ispettori esterni, anche perché la dirigenza di questo centro ha sempre difeso e garantito la totale autonomia degli ispettori, a discapito del conto economico, ma nel pieno rispetto della legge e delle regole morali.

Cordialmente.

Dott. Andreas Coni

 

 

 

Per gli operatori

Gianluca Scafetta – Responsabile AICC Abruzzo, Molise e Puglia in Senato il 9 Maggio 2018

A poco più di due anni dalla nascita dell’Associazione ICC (Associazione Ispettori Centri di Controllo) era evidente che il solo impegno dei soci presieduti dall’ottimo Gianluca Massa non era sufficiente per raggiungere gli obbiettivi prefissati all’atto costitutivo. Nonostante la convocazione ai tavoli tecnici del Ministero dei Trasporti fosse arrivata anche prima del previsto (articolo), i risultati derivanti dall’attività di consultazione con le altre associazioni di categoria deludono le aspettative: un numero insufficiente di sedute a fronte di un’infinità di problematiche da trattare, urgeva una nuova strategia. Il ramo delle revisioni ministeriali è una minima parte delle competenze del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e per oltre vent’anni è stato abbandonato al proprio destino diventando un’eredità scomoda per qualsiasi direttore generale della Motorizzazione Civile. Ai piani alti non si ha la benchè minima cognizione riguardo ciò che avviene quotidianamente nei centri di revisione privati, strutture troppo spesso assimiliate alle sedi pubbliche indipendenti dalle logiche di mercato e quindi prive di conflitti d’interesse. Il processo di involuzione del settore revisioni  è ormai giunto al punto di non ritorno: inconcepibile qualsiasi soluzione a breve termine senza considerare una rivoluzione del Codice della Strada, un’operazione possibile solo coinvolgendo la politica per anni subordinata agli interessi economici e lontana dai cittadini. Considerando il carattere apolitico dell’associazione sancito dallo statuto sono state contattate senza distinzioni tutte le forze politiche, ma l’unica risposta positiva è arrivata dal senatore del Movimento 5 Stelle Gianluca Castaldi.

Gianluca Massa – Presidente AICC – e Danilo Tonienelli – Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – alla festa del M5S al Circo Massimo di Roma – 20-21 Ottobre 2018

In data 9 Maggio 2018 doppio appuntamento per i rappresentanti dell’associazione nella capitale: oltre alla convocazione ai tavoli di consultazione del Ministero dei Trasporti un importante incontro in Senato con l’onorevole che si è preso carico della questione del responsabile tecnico. A entrambi gli incontri presente in supporto al presidente di AICC il responsabile regionale dell’associazione di Abruzzo, Molise e Puglia Gianluca Scafetta, operatore del settore licenziato dopo vent’anni di servizio perchè e troppo ligio al dovere e quindi scomodo all’interno di una realtà poco professionale (articolo). I due rappresentanti sono stati invitati a prendere parte all’Agorà Trasporti durante la festa del Movimento 5 Stelle al Circo Massimo di Roma, un momento di confronto fra comunità e portavoce al governo. Da questo incontro nasce l’importante collaborazione con l’onorevole Carmela Grippa, componente della IX Commissione della Camera dei Deputati (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) e d’ora in poi riferimento politico di AICC. In data 30 Novembre 2019 è stata recapitata all’onorevole una relazione frutto della collaborazione fra i soci, oltre venti pagine di attenta analisi in cui vengono passate in rassegna tutte le problematiche del settore che verranno poi sottoposte alla Commissione Trasporti. Considerando l’urgenza con cui è stato richiesto il documento, non è stato possibile interpellare gli ispettori al di fuori dell’associazione, ma d’ora in poi sarà attiva la piattaforma Reviquestion, lo strumento con cui AICC si interfaccia con i propri rappresentati. Il punto di vista di ogni addetto ai lavori è fondamentale per consentire al maggior numero di tecnici di identificarsi nel progetto che da oltre tre anni porta avanti l’associazione con passione e dedizione. E tu cosa vorresti dire ai membri della XI Commissione della Camera dei Deputati? Ora tocca a te ispettore: clicca sul pulsante “REVIQUESTION” , seleziona il questionario “COMMISSIONE TRASPORTI” e dicci la tua!

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Vari momenti della festa del Movimento 5 Stelle al Circo Massimo di Roma con i rappresentanti di AICC Gianluca Massa e Gianluca Scafetta