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LA QUESTIONE DELL'ISPETTORE

La figura professionale dell’ispettore, ex-responsabile tecnico della revisione ministeriale, è normata sia dal diritto comunitario che da quello nazionale.

Nello specifico si fa riferimento al Regolamento di Attuazione del Codice della Strada, Art. 240 del D.P.R. 495/92, ove vengono prescritti i requisiti minimi per accedere al ruolo. La direttiva 2014/45 UE invece delinea il profilo dell’ispettore tecnico, un professionista indipendente e libero di agire senza conflitti d’interesse.

Tanti oneri, ma non altrettanti onori: l’ispettore tecnico è, nei fatti, un semplice dipendente dei centri di controllo privati inquadrato come operaio generico nel CCNL Metalmeccanico, oppure impiegato nei contratti del Commercio.

Al di là della questione economica riteniamo che sia un diritto di ogni lavoratore avere un inquadramento che rappresenti l’effettiva mansione svolta, nonché il ruolo sociale all’interno della comunità.

Anche la Corte di Cassazione si è espressa a più riprese in merito attribuendo alla figura professionale la qualifica di sostituto pubblico ufficiale, in quanto concorre alla formazione della volontà della pubblica amministrazione attraverso poteri certificativi conferiti dalla legge.

In pillole
1

La nostra figura professionale

2

Il contratto collettivo nazionale

3

La Corte di Cassazione

Link utili

IL SETTORE REVISIONI... OGGI

Sin dal principio della privatizzazione del settore si è persa di vista la reale funzione della REVISIONE ministeriale, il controllo tecnico del parco circolante indispensabile per la salvaguardia della sicurezza stradale e la tutela dell’ambiente.

Negli anni si è via via instaurata nella mentalità dell’automobilista una falsa convinzione secondo la quale l’operazione tecnica è l’equivalente di un mero adempimento fiscale, complice il basso standard qualitativo dei centri di controllo nazionali.

L’attestazione di “revisione regolare” viene infatti venduta come fosse un comune bene o servizio applicando la tariffa ministeriale, talvolta scontata, ad un controllo superficiale che non ha nulla a che vedere con i dettami della legge.

Lo confermano i dati: a fronte di un quasi 100% di veicoli risultati conformi all’ispezione tecnica, permane un parco circolante visibilmente vetusto, inquinante ed in pessime condizioni di manutenzione. A farne le spese, oltre alla collettività, l’ispettore tecnico che, spesso, viene forzato dal titolare del centro di controllo ad effettuare false certificazioni a misura di cliente, regolari, rapide e senza troppe obiezioni.

L’intero settore è in balia di un circolo vizioso senza via d’uscita: adeguarsi alla concorrenza sleale è ormai un imperativo categorico per garantire il sostentamento economico dell’attività, pena la cessazione o banalmente la perdita del posto di lavoro. Occorre pertanto un cambio di rotta trasversale, netto, nell’interesse di tutti i cittadini. 

In pillole
1

La privatizzazione del settore

2

Vendite da...mercato

3

Le statistiche spaventano

4

Un cambio di rotta è necessario

Assecondare i clienti per garantire il sostentamento economico delle attività, in qualsiasi misura, non è più una libera scelta di pochi, ma un imperativo categorico imposto dal mercato: chi non si adegua, soccombe. 

I NOSTRI OBIETTIVI

Primo fra tutti il riconoscimento della categoria, non solo da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (che nel frattempo ha già previsto un apposito registro legittimandone di fatto la figura professionale) ma anche da parte del Ministero del Lavoro. Il nuovo inquadramento contrattuale comune a tutti gli Ispettori tecnici dovrà tenere presente sia dell’alto grado di competenza e formazione richiesto per accedere al ruolo che delle responsabilità penali connesse all’esercizio della funzione pubblica.

Secondo, non certo per ordine di importanza, la salvaguardia della salute di tutta la categoria. Un inquadramento contrattuale in linea con la propria mansione è indispensabile ai fini della corretta determinazione del DVR aziendale, il documento contenente la valutazione dei rischi negli ambienti lavorativi. I danni sull’organismo causati dalla prolungata esposizione ai gas di scarico non vengono in alcun modo monitorati durante la visita annuale del lavoro e ad oggi non esistono D.P.I. obbligatori o sistemi di prevenzione per salvaguardare la salute degli ispettori.

In ultimo, l’applicazione del principio di terzietà nel settore revisioni, come sancito dal diritto comunitario.

“Durante l’effettuazione dei controlli, è opportuno che gli ispettori agiscano in modo indipendente e che il loro giudizio non sia condizionato da conflitti di interesse, compresi quelli di natura economico o personale. È opportuno che il compenso degli ispettori non sia direttamente collegato ai risultati dei controlli tecnici”
Direttiva Europea 2014/45

In pillole
1

Riconoscimento della categoria

2

Salvaguardia della salute

3

Principio di terzietà

Cosa dice la legge

L’attività di revisione è disciplinata da norme di diritto pubblico, tanto che ai soggetti che la eseguono è riservata la qualifica di pubblici ufficiale poiché formano o concorrono a formare la volontà della pubblica amministrazione attraverso poteri certificativi che gli sono conferiti dalla legge.
La condotta di colui che attesti falsamente l’avvenuta revisione delle auto, dando atto che sono state compiute tutte le operazioni necessarie per l’espletamento della revisione del veicolo e con esito positivo quanto alla prova di regolarità delle parti esaminate, integra gli estremi del reato di falsità ideologica in atto pubblico.
CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 17348-2020

PARLANO DI NOI

MOTOCICLISMO – Gennaio 2023

MOTOCICLISMO – Gennaio 2023

Cena Sociale 2022 – Borgo Priolo (PV) – 26 Novembre 2022

Cena Sociale 2022 – Borgo Priolo (PV) – 26 Novembre 2022

AUTOPROMOTEC – Bologna, 25-28 Maggio 2022

AUTOPROMOTEC – Bologna, 25-28 Maggio 2022

CHI SIAMO

LINO DI PASQUALE

Nato nel 1977 in provincia di Pavia, formazione tecnica ad indirizzo elettronico, da sempre attratto dal settore automotive tanto da farne una passione – ufficiale esecutivo gare motociclistiche FMI ed automobilistiche ACI-CSAI – ed un lavoro che lo ha portato a diventare ispettore tecnico revisioni di centro di controllo. Ritiene che il settore revisioni in Italia debba tornare alle origini: ispettori liberi in un sistema basato sulla sicurezza stradale , senza alcun compromesso. Per questo entra in FederIspettori, dove assume la carica di Vice Presidente dal 2021.

DIEGO BRAMBILLA

Classe 1991, da sempre appassionato di meccanica e motori. Formazione scientifica, ma propensione alla tecnica, un connubio che determina l’orientamento verso il ramo delle revisioni ministeriali, la massima espressione del lavoro in autofficina. Ispettore sovversivo e dalle idee ben chiare: il principio di terzietà come unica soluzione in un settore ormai privo di legalità. Nel tempo libero direttore di Revisioniautoblog, consulente automotive e collaboratore giornalistico. Segretario nazionale Federispettori dal 2021.
Roberto Frizione Federispettori

ROBERTO FRIXIONE

Nato nel 1966 a Genova, diploma scientifico e laurea breve in psicologia sociale, appassionato a tutto quello che si muove su gomma, diventa ispettore tecnico revisioni dopo una gavetta iniziata nel settore pneumatici e proseguita in quello motociclistico. Vorrebbe un settore revisioni in cui il cittadino percepisca quanto sia indispensabile la sicurezza stradale ed in cui l’ispettore tecnico possa operare in un clima di serietà e libertà senza costrizioni o imposizioni. Mette il suo impegno in FederIspettori diventandone Presidente dal 2021.

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