La prima forma di terzietà del ruolo dell’ispettore, o per meglio dire, di separazione della figura dell’ispettore dal centro di revisione privato, è finalmente realtà, almeno nei mezzi pesanti.
Ieri, 3 febbraio 2023, si è tenuta la prima seduta di revisione di mezzi pesanti con un Ispettore Abilitato privato, un Modulo C come viene chiamato nell’ambiente: “Ora non si torna indietro” per citare le esatte parole del Direttore Generale D’Anzi, proprio in riferimento alla privatizzazione del sistema di revisione dei mezzi pesanti, pronunciate solo poche settimane fa durante l’ultimo incontro con la delegazione di FederIspettori, per definire il futuro imminente degli Ispettori Abilitati Modulo C. (Link)
Il primo sassolino è stato lanciato nello stagno e, proprio come le onde concentriche che si generano sull’acqua, il moto delle esternalizzazioni, partito dalla motorizzazione di Napoli, sarà presto seguito da molti altri dipartimenti, provincia dopo provincia.

L‘esito complessivo della prima seduta, tenuta da un Ispettore Abilitato privato presso una officina 870 di Caivano, in provincia di Napoli, è stato positivo, pur con qualche piccolo inconveniente tecnico, dovuto al “solito” malfunzionamento del portale e ad un po’ di genuina ansia per la delicatezza della situazione, brillantemente superata e le tempistiche ristrette che richiedono preparazione e disinvoltura nell’approccio a questo genere di mezzi.
Questo esordio può essere un grande incoraggiamento per tutti coloro che, non senza timori ed incertezze, si stanno affacciando a questa nuova opportunità professionale, che necessiterà di rodaggio e perfezionamenti in corsa.
Questo straordinario traguardo è il frutto del lavoro del Direttore Generale Pasquale D’Anzi che in questi anni si è speso costantemente al fine di combattere e ridurre le lungaggini e i disservizi accumulati dai vari dipartimenti, portando a compimento una riforma epocale per il nostro paese, da sempre restio ad ogni possibile cambiamento, trovando in FederIspettori un interlocutore affidabile e autorevole, che fin da subito ha creduto nella professionalizzazione dell’ispettore come figura cardine per la soluzione dei problemi del settore, accreditandosi nei tavoli istituzionali e cercando costantemente il dialogo con tutti gli attori professionali coinvolti.
Non resta che proseguire su questa strada, con il prossimo ambizioso obiettivo di portare anche nel campo delle revisioni dei veicoli leggeri una ventata d’aria fresca e di rinnovamento per restituire al settore l’importanza e l’autorevolezza persa negli anni.


Questo straordinario traguardo è il frutto del lavoro del Direttore Generale Pasquale D’Anzi che in questi anni si è speso costantemente al fine di combattere e ridurre le lungaggini e i disservizi accumulati dai vari dipartimenti, portando a compimento una riforma epocale per il nostro paese, da sempre restio ad ogni possibile cambiamento, trovando in FederIspettori un interlocutore affidabile e autorevole, che fin da subito ha creduto nella professionalizzazione dell’ispettore come figura cardine per la soluzione dei problemi del settore, accreditandosi nei tavoli istituzionali e cercando costantemente il dialogo con tutti gli attori professionali coinvolti.
Conoscete Frank Merenda? Nonostante il nome poco promettente, si tratta di uno dei principali esperti di marketing riconosciuto a livello europeo. Carisma da vendere e personalità estrosa, talmente estrosa da renderlo spesso oggetto di sterili attacchi da parte dei soliti hater-invidiosi che infestano il mondo. Quando leggi in prima battuta un suo post social oppure la locandina di un evento non gli daresti nemmeno una lira, eppure riempie le aule di imprenditori che pagano cifre da capogiro per partecipare ai suoi corsi. No, non faccio la pubblicità a Frank Merenda e credo di non potermi nemmeno permettere di partecipare ad una della sue lezioni, ma lo seguo con interesse. Quell’attrazione morbosa che provi verso una persona che fondamentalmente ti sta antipatica, ma sai che dice la verità. Certo, in modo crudo, fin troppo diretto forse, ma pur sempre verità.
Notate qualche analogia con Revisioniautoblog? Lungi da me autoproclamarmi in stile Merdenda come il guru delle revisioni, ma ho notato grazie alle funzioni di WordPress, la piattaforma che ospita questo blog, che la gran parte dei miei followers è composta da haters, per usare lo slang “giovanile” attualmente in voga. In parole povere i più assidui frequentatori di questa pagina web sono persone legate al mondo delle revisioni che ricoprono posizioni, talvolta di rilievo, nettamente contrapposte allo spirito sovversivo che contraddistingue RAB. Eppure eccovi qua, dal primo all’ultimo, ed è proprio a voi che rivolgo questo articolo.
Ah, ultima premessa anti-boomers. Frank Merenda è tutto meno che un comunista col Rolex. Si rivolge esclusivamente agli imprenditori, ma è ovvio che ogni tanto debba parlare anche dei collaboratori che si occupano, in generale, della produzione.
Il 15 Maggio, riprendendo un articolo di Forbes, la rivista statunitense n.1 al mondo in materia di economia e finanza, lancia una provocazione al mondo dell’imprenditoria italiana (immagine di sinistra) scatenando l’indignazione, o meglio, l’indinniazioneh11!!! collettiva. Che avrà mai detto di così straordinario? Nulla, in realtà. Ha semplicemente analizzato in modo incredibilmente lucido il mondo del lavoro di oggi, uno specchio della società che cambia alla velocità della luce. Ha forse preso le difese della classe operaia? Macchè! Ve l’ho già detto all’inizio del paragrafo: a Frank Merenda non frega nulla degli operai. Eppure al classico “Brambilla Fumagalli”, stereotipo che identifica l’imprenditorino nostrano esaltato, il post non è andato giù. La colpa è sempre dei giovani che non hanno più voglia di lavorare e del reddito di cittadinanza. Ah, come non citare il reddito di cittadinanza, l’origine di tutti i mali.
E’ naturale. L’imprenditore medio italiano, o meglio, l’evoluzione (o involuzione?) del bottegaio, non può certo accettare un universo parallelo nel quale la forza lavoro non gli si prostra ai piedi in cambio di un tozzo di pane, con tanto di ringraziamenti ed onorificenze per la concessione del privilegio di avere un posto fisso. L’impiego permanente non è più fra mire delle nuove generazioni, come dimostrano le statistiche. Anzi, viene considerato addirittura “da sfigati”. Dinamiche inimmaginabili fino a qualche anno fa, ma oggi, di fatto, rappresentano la normalità. Non so se sia un bene o un male, ma i giovani millennilas non hanno più fame. E non mi riferisco alla fame come ambizione, bensì al bisogno esasperato di un’occupazione ad ogni costo, come fosse un dovere morale. Sono sempre meno i ragazzi che decidono di mettere su famiglia sotto i trenta e di conseguenza l’indipendenza economica non è più una necessita assoluta, ma un surplus che, in quanto tale, si interfaccia ad una serie di valutazioni personali. Mettiamoci anche gli indici di scolarizzazione che sono costantemente in crescita rispetto al passato ed ecco servito il quadro generale completo in materia di giovani e lavoro.
Per farla breve, se fino all’altro ieri un giovane avrebbe accettato tutte le condizioni pur di lavorare, oggi è molto più selettivo. Mi consentite un parallelismo “del tutto casuale”? Se fino all’altro ieri un neodiplomato con alle spalle 4 giorni di corso di formazione per diventare “responsabile tecnico della operazioni di revisione” sarebbe stato disposto a firmare per due spicci tutto ciò che voi, più o meno velatamente, gli imponevate, oggi, passatemi il termine, vi manda a cagare. E non è una questione di soldi, come testimoniano le centinaia di posti vacanti nei centri di controllo con offerte prossime ai 2000 euro netti mensili, cifre astronomiche fino a qualche anno fa per “l’omino delle revisioni”. Vogliamo dare la colpa al blocco della formazione in atto dal 2018? Se vi fa sentire meglio fate pure, ma il problema reale è la mancanza di prospettive che per i giovani di oggi valgono anche più di uno stipendio sostanzioso. Anche gli sporchi muri della autofficine oramai hanno capito che fare revisioni sotto-padrone è un lavoraccio: tu firmi, mettendoci le responsabilità civili e penali, ma alla fine decide lui, il padrone, che il più delle volte ha un livello di istruzione molto basso. Questa si chiama umiliazione e soprattutto al giorno d’oggi non ha più un prezzo: è semplicemente inaccettabile. – Eh, sai, siamo una piccola attività famigliare. Qui tutti ci diamo da fare, quindi quando non ci sono revisioni magari fai un po’ di meccanica, oppure di gomme. Poi, sai, c’è mia moglie in ufficio per la contabilità, magari quando sei fermo le dai un mano – oppure – Eh, è un settore un po’ particolare questo…quando arrivano i meccanici clienti dobbiamo (plurale naturalmente) chiudere un occhio, altrimenti, sai com’è… -. Questi spaccati di vita quotidiana tratti dal fantastico mondo delle revisioni oggi sono in calo grazie “ai giovani che non hanno più voglia di lavorare”, di lavorare alle condizioni che voi, per venti lunghissimi anni, gli avete imposto.
Bene. Se sei giunto fin qui significa che condividi appieno, oppure sei talmente incazzato che volevi vedere fino a che punto arriva l’irriverenza di questo blog. Eppure sei arrivato al termine dell’articolo, ben consapevole che quanto scritto rappresenta la verità, scomoda, ma pure sempre verità. Ed ora, a te la scelta. Puoi seguire le orme del Brambilla-Fumagalli incolpando i comunisti che mangiano i bambini e igiovanichenonsonopiùcomequellidiunavolta, oppure collegare il cervello, entrare in una macchina del tempo e materializzarti nel 2022. Ah, e sia chiaro: zero moralismi e zero filantropia.
Fatelo per voi stessi: o vi aggiornate, o avrete le ore contate come imprenditori.
A presto rosikini. Ci vediamo ad Autopromotec da giovedì.
P.s. Sulla pagina pubblica di Frank Merenda potete seguire gli sviluppi del post citato nel presente articolo. Se non sono riuscito a mettervelo nella zucca io, magari ci riesce Frank.



Ennesima puntata della saga” revisione veicoli pesanti”. Finalmente giunge un chiarimento da parte dell”Amministrazione in merito al principale punto critico relativo al nuovo – ed ormai prossimo all’entrata in esercizio – sistema revisioni nel settore trucks. Il processo di esternalizzazione, avviato con la Legge di Bilancio 2019, aveva sin dal principio mostrato un aspetto essenziale poco chiaro, un vuoto normativo perdurato fino al 30 marzo 2022, giorno della pubblicazione della circolare prot. 79357 (link) emanata dalla Direzione Generale della Motorizzazioni. I più attenti osservatori di questo tortuoso iter normativo si saranno senz’altro posti il problema del doppio regime officine 870 ed “operatori autorizzati”, la denominazione attribuita ai centri di controllo “veicoli pesanti” secondo il DM446. Già, perchè in un certo senso era improprio definire “esternalizzazione” la modifica all’art. 80 del C.d.S. in quanto, di fatto, i controlli tecnici dei pesanti venivano già svolti da soggetti privati su larga scala, le officine 870 alle quali venivano affidati, su richiesta, funzionari pubblici dipendenti della Pubblica Amministrazione per lo svolgimento delle singole sedute di revisione.Tali imprese, inoltre, non essendo soggette a limitazioni circa la tipologia di veicoli revisionabili, si sarebbero trovate in una posizione di vantaggio rispetto agli operatori autorizzati ai quali, come da emendamento all’art. 80 del C.d.S., l’attività è circoscritta ai veicoli pesanti destinati al trasporto di cose ad eccezione degli ATP ed ADR. Ciò nonostante, ai nuovi titoli autorizzativi (operatori autorizzati) fanno capo onerosi requisiti specifici supplementari secondo i dettami del DM 446. – Perchè mai, dunque, un imprenditore avrebbe dovuto adoperarsi (e per adoperasi si intende investire decine di migliaia di euro) per il nuovo standard se in previsione non vi erano benefici di alcun genere? – Si tratta della principale criticità evidenziata dall’associazione Federispettori nel video messaggio di seguito proposto (immagine di destra) in un ottica di tutela della categoria professionale rappresentata.
Senza centri preposti mancherebbero infatti le sedi ove prestare l’attività di controllo tecnico su assegnazione da parte dell’UMC competente vanificando l’impegno ed il piccolo investimento di numerosi operatori nel conseguimento del cosiddetto “modulo C”, senza considerare che il noto problema dei ritardi fisiologici nelle gestione delle pratiche da parte della Motorizzazione non verrebbe in alcun modo risolto. L’equivoco, come anticipato, sorge all’atto della pubblicazione del DM 446 in quanto, durante la prima fase dell’iter di esternalizzazione, pareva sottintesa la graduale conversione delle officine 870 in centro di controllo ai sensi del art. 80, comma 8 del C.d.S. per coloro che si fossero conformati ai requisiti contenuti nella circolare 28231 del 13/9/2021 (link). Alla smentita di tale ipotesi in molti probabilmente si sono interrogati sulla sostenibilità nel settore di tue tipologie di titoli autorizzativi simili – ma differenti – in regime di concorrenza avendo – all’incirca – il medesimo bacino d’utenza. La nota chiarificatrice a firma di Pasquale D’Anzi, direttore generale della Motorizzazione, delinea in modo inequivocabile il profilo dei nuovi centri di controllo – o operatori autorizzati – separando in via definitiva le competenze dalle officine 870 le quali potranno sì operare senza convertirsi in “centro di controllo” (ma comunque conformandosi alla circolare 28231), ma limitatamente all’ambito dei veicoli ADR, ATP ed autobus. “Dimmichemistaiobbligandosenzadirmichemistaiobbligando”. Ebbene sì, considerato che i veicoli a motore e non destinati al trasporto di cose rappresentano la fetta di mercato più consistente: basti pensare che gli autobus sono all’incirca 1/10 dei veicoli industriali, esclusi rimorchi (dati Anfia). E con questo dovremmo condannare il direttore generale? Tutt’altro! Finalmente ai vertici della Motorizzazione una personalità carismatica, ma soprattutto libera dalle pressioni, in ogni direzione, delle associazioni di categoria. Fa quasi sorridere la spiegazione a misura di idiota, così mi piace definirla, del principio di terzietà, a conferma dell’indigesto nuovo sistema revisioni che a parecchi piace, ma ai padroni, evidentemente, no. “Le dinamiche di cattura, infine, sono scongiurate con il completo disaccoppiamento dell’ispettore e del centro di controllo. [..] Tanto tiene indenne il centro di controllo da ritorsioni di qualsivoglia natura da parte del proprietario dei mezzi in ragione all’esito dei controlli del quale detto centro non è in alcun modo responsabile. [..]”. Comprì!? E’ dalla nascita di questo blog che, in posizione di netta controtendenza, andiamo ribadendo questo principio ed è oggi, finalmente, anche l’Amministrazione sembra dalla nostra. Una piccola consolazione a fronte di nottate in bianco, inimicizie ed offese di vario genere. Alla prossima!

Confermati i rumors della scorsa settimana. In Gazzetta Ufficiale n. 48 del 26 Febbraio 2022 è stato pubblicato il decreto dirigenziale 16 Febbraio 2022 a firma di Pasquale D’anzi, il direttore generale della Motorizzazione. E’ il primo della serie di provvedimenti attuativi richiamati dal precedente decreto ministeriale 446 a completamento della disciplina per l’esternalizzazione delle revisione dei veicoli pesanti (leggi articolo di approfondimento). Naturalmente si parla anche di esami per l’abilitazione degli ispettori privati, gli ex-responsabili tecnici definiti nel testo “ispettori ope-legis” che hanno conseguito il corso modulo C per estendere le proprie competenze al controllo tecnico dei veicoli pesanti, oppure i neofiti del ruolo, coloro che hanno partecipato al corso modulo A+B. Buone notizie, ma non troppo. Finalmente si vede la luce in fondo al tunnel – questa volta per davvero! -, ma la Motorizzazione in pratica si è presa altri tre mesi. Le sessione di esame obbligatorie saranno due all’anno per singola DGT, una a Maggio, l’altra a Novembre, ma considerati i lauti compensi stabiliti per i commissari non si esclude ne saranno inserite delle altre. La prova consisterà in uno scritto “vero o falso” seguito da un’esame pratico di controllo tecnico su veicolo della categoria per la quale si richiede l’abilitazione. 60 domande in 40 minuti per il modulo A+B con massimale di 4 risposte sbagliate tollerate, 30 in 20 minuti con limite di soli 2 errori per il modulo C. I quiz saranno disponibili sulla pagina web ministeriale IlPortaledell’Automobilista per consentire ai candidati di esercitarsi. In merito alle tariffe, due marche da bollo da 16€ a cui si sommano 123,95€ + 5,16€ per l’abilitazione alla revisione dei veicoli leggeri, 103,29€ + 5,16€ per i pesanti. Quanto a quest’ultima, si presti molta attenzione: l’accesso all’esame è consentito esclusivamente ai candidati che abbiano partecipato al corso di aggiornamento previsto dal DM 214/17, ma l’erogazione dello stesso è regolamentata dal presente decreto secondo lo schema di seguito proposto:

Riusciranno gli enti di formazione ad accreditare ed erogare a breve questo nuovo corso di 30 ore? A questo proposito si annulla nel merito la Circolare emanata prot. n. 5149 dalla 4° divisione della direzione generale della Motorizzazione data 17 Febbraio 2022 nella quale si metteva in guardia per i fantomatici corsi proposti tramite campagna di mailing dai soliti noti enti truffaldini. Non sono chiari purtroppo i soggetti che dovranno obbligatoriamente svolgere il suddetto aggiornamento: la materia è contorta. Stando alle disposizioni contenute all’interno del DM 214/17, l’aggiornamento in linea generale è obbligatorio, presumibilmente dall’entrata in vigore dello stesso avvenuta il 20 Maggio 2018. Le prescrizioni generali tuttavia vengono regolamentate dall’accordo Stato/regioni n.65 c.S.r del 14 Aprile 2019, in particolare la periodicità fissata a tre anni ed il numero minimo di ore pari a 20. Eppure solamente con il presente decreto dirigenziale vengono ufficialmente avviati i corsi: da quando si calcolano, quindi, i tre anni? Dal 20 Maggio 2018? Tutti gli ispettori sarebbero fuori legge. Dal 19 Aprile 2019? Ci sarebbero solo due mesi di tempo. Credetemi, questa volta non ho le risposte, ma arriverà sicuramente una nota ufficiale (nun ve preoccupà, gli enti channo da magnà, ce penzano loro a chiamà Roma). Chiudiamo la pagina formazione con un’altra notizia – o avvertimento – degna di nota: vi ricordate tutti gli escamotage utilizzati per eludere il requisito dei tre anni di esperienza comprovata obbligatori per la partecipazione ai moduli A e B? Autocertificazioni, buste paga false e via dicendo? Complimentoni a tutti coloro che si sono lasciati abbindolare! Il fascicolo dell’ispettore, come preannunciato, verrà verificato personalmente dalla commissione d’esame, un equipe di pubblici ufficiali ai quali state letteralmente “rubando il lavoro” con l’esternalizzazione del servizio di revisione. Riuscirete a farla franca, furbacchioni? Difficile, ma nel dubbio vi rammento l’art. 76 del D.P.R 445/2000: autocertificare il falso costituisce un reato penale, un reato che commettete voi, non certo l’ente di formazione che vi ha indicato la “strada maestra”.

Se in tema di formazione si può finalmente (FINALMENTE!) gioire per essere arrivati al dunque, per quanto riguarda le revisioni dei veicoli pesanti non si prospetta nulla di buono all’orizzonte. All’articolo 3 del DM vengono stabiliti i compensi per gli ispettori: 350€ + 150€ al netto di IVA a giornata per un massimale di 24 veicoli revisionati.
Tralasciando provvisoriamente la questione delle tempistiche unitarie dei controlli tecnici, è evidente quale sia il disegno dell’Amministrazione. 2500€ lordi a settimana (10.000 al mese!!!) per un ispettore privato diplomato quando in Motorizzazione gli equivalenti laureati di base guadagnano 1500€ mensili netti? Non scherziamo. La strategia è quella di ingolosire gli attuali dipendenti dei centri di controllo che si occupano delle revisioni dei veicoli leggeri, ma con quali garanzie? 500€ una-tantum non possono certo incoraggiare un lavoratore a tempo indeterminato – seppur sottopagato – a fare il salto nel vuoto e l’ipotesi del doppio ruolo (revisione leggeri come dipendente/pesanti come autonomo) è inconciliabile con la maggior parte dei contratti. Si presti attenzione anche ai funzionari della MCTC disposti a mettersi in aspettativa per verificare la convenienza nell’espletare il medesimo ruolo come liberi professionisti usufruendo delle tariffe destinate ai privati, ma soprattutto attenzione agli IA (funzionari in quiescenza), i quali non avendo impegni lavorativi possono calendarizzare la disponibilità praticamente ogni giorno. Che pasticcio, direttore generale. Anzichè dare alla luce una nuova categoria di professionisti da affiancare ai dipendenti della Motorizzazione ha messo tutti in concorrenza favorendo solamente chi ormai vive di rendita (alla faccia dei giovani!). Spero solo di sbagliarmi, ma in questo frangente di luce in fondo al tunnel non se ne vede proprio: stiamo sprofondando nell’oscurità più totale.



Siamo alle solite: Brambilla che si scaglia contro le associazioni di categoria. E’ un classicone, un po’ come un Travaglio contro Berlusconi, una litania che ha ormai perso di carattere tant’è monotona e ripetitiva. Credetemi, il sottoscritto è il primo ad essersi stancato di tutto questo, ma ogni qual volta si presentano nuovi comunicati delle associazioni di categoria del settore revisioni…mi cascano le palle (questa è una battuta rivolta a tutti coloro che sono al corrente delle mie recenti vicende personali). Ci tengo a precisarlo. Che questo blog non sia affatto superpartes è sotto agli occhi di tutti, ma l’oggettività che contraddistingue la nostra redazione credo – e mi auguro – sia ormai fuori discussione. E’ importante che passi questo messaggio: io non vi attacco per partito preso perchè rappresentate un interesse contrapposto alla mia categoria di appartenenza, ci mancherebbe. Vi attacco perchè ogni qual volta aprite bocca emerge tutta la bassezza dei vostri profili personali e la sterilità delle vostre argomentazioni. Sì, ho volutamente evidenziato il riferimento a voi: il settore, con tutte le relative criticità fisiologiche e collaterali, è decisamente una spanna sopra, è migliore sotto ogni punto di vista. Esistono fior di imprenditori che in tutta Italia hanno lasciato il segno e dovrebbero essere i primi ad indignarsi per questa attività sindacale mediocre. E’ come se in un derby – il recepimento della 2014/45ue in un certo senso lo è – una squadra mette in campo le riserve delle riserve. Certo, gli avversari vincono facile, ma che spettacolo diamo al pubblico?
Alziamo il livello della disputa, che magari ne esce qualcosa di positivo a vantaggio di tutte le parti. Invece no. A quanto pare l’unica preoccupazione di Confartigianato, con sottoscrizione di CNA e Casartigiani, è quella di mantenere l’ispettore a libro paga. Nel comunicato pubblicata in data 16 Febbraio 2022, nello specifico all’interno delle osservazioni al DM 446, vengono riportate testuali parole: “andrebbe diversificato a seconda delle categorie dei veicoli a motore (per gli ispettori dei pesanti, regime di libera professione; per gli ispettori dei veicoli leggeri, rapporto di lavoro dipendente. La Direttiva 2014/45/UE, Art. 1, comma 3, punto 4, non contempla il principio di indipendenza dell’ispettore come formulato dal Decreto”. Partiamo dalla direttiva 2014/45Ue, Art.1, comma 3 punto 4 che non esiste, almeno nella versione presente in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. L’articolo 1 definisce l’oggetto della direttiva, si esaurisce in una riga ed è privo di articolazioni. Ma quale 2014/45UE avete letto? Nella versione nota a tutti, in particolare alla DG della Motorizzazione che probabilmente vorreste fare fessa, all’articolo 13 comma 4 è disposto quanto segue: “Al momento di effettuare un controllo tecnico, l’ispettore deve essere esente da conflitti di interesse, in modo da assicurare, con piena soddisfazione dello Stato membro o dell’autorità competente interessati, che è mantenuto un elevato livello di imparzialità e obiettività.” Vi era sfuggito questo passaggio, immagino, nonostante qualche riga sotto avente definito il potenziale nuovo regime giuridico degli ispettori come “un punto molto pericoloso e delicato che ha un impatto diretto sull’operatività e funzionalità del centro di controllo.” Ah, ma allora avete ben chiaro quale scenario si prospetta: l’art. 17 del DM 446 non lascia spazio a dubbi di alcun genere. Quel che sfugge a me è invece con quale coraggio chiedete un doppio regime senza argomentare, utilizzando quel “dovrebbe” che suono molto come un diktat. Mettetevi nei panni del legislatore, che a differenza vostra conosce abbastanza bene le norme e soprattutto detiene qualche responsabilità in più. Per i pesanti ha prescritto la massima espressione dell’eliminazione dei conflitti d’interesse di qualsiasi natura, cosa vi aspettate nell’ambito dei leggeri? Come giustificherebbe legalmente e moralmente il doppiopesismo da voi auspicato? L’origine è pur sempre il medesimo comma 8 dell’art. 80 del C.d.S. che disciplina l’esternalizzazione dei controlli tecnici sui veicoli. Il nuovo modello in uso per i veicoli pesanti risale a Novembre 2021, il precedente applicato ai leggeri al lontano 1993. Vale la pena giocare l’all-in su una norma obsoleta che negli anni ha arrecato danni alla totalità degli imprenditori per bene? Il problema del settore, da sempre, è la concorrenza sleale che nasce dalla domanda scorretta, e viene amplificata dall’impossibilità pratica di attuare una supervisione adeguata da parte delle autorità. La terzietà degli ispettori è una possibile soluzione, in quanto privando le imprese dell’autorità ministeriale le limita come tali, ovvero attività commerciali private che vendono un servizio erogato da terzi a cui vengono delegati tutti gli oneri di carattere pubblico.
Eliminati in un colpo solo i pessimi risvolti del clientelismo, la concorrenza scorretta che sistematicamente sottrae lavoro ed al contempo abbattuti i costi fissi del dipendente. Qual è la vostra controproposta? Pensate veramente che mantenendo lo status-quo sia tutto a posto? Probabilmente sì, per voi lo è, ed è per questo che non vi reputo degni della posizione che ricoprite. Là fuori c’è un mondo diverso, imprenditori logorati da anni di mala gestione, persone che cercano stabilità e garanzie, non continue tarantelle per scongiurare a tempo determinato un cambiamento inarrestabile. Le autofficine di nuova concezione non sono più le botteghine che rappresentate gestite secondo la mentalità degli anni 60. Il mondo è cambiato, ci sono tutti i presupposti per intervenire a 360° sulle carenze dei veicoli, ma occorre un controllo tecnico che vada di pari passo al progresso. Basti pensare ai sistemi ADAS per l’assistenza di guida o, nella massima espressione, per l’autopilota. Quale impatto avrebbe sulla sicurezza stradale collettiva un radar mal calibrato? Ma quanto si può essere ottusi ed accecati da biechi interessi per non vedere tutto ciò? Interessi discutibili, mi permetto di aggiungere, perchè in fin dei conti l’indotto derivante dal corretto svolgimento delle revisioni arriva niente meno che nelle tasche della officine. Ma quale problema avete? I vostri rappresentati sono d’accordo?
Passiamo alla parte divertente, per non appesantire troppo la lettura. Riporto testualmente un paragrafo contenuto nel documento già citato.
“Gli ispettori autorizzati o abilitati sono esonerati dai requisiti richiesti all’allegato IV punto 1) del Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti n. 214/2017. Il principio che vale per i veicoli leggeri, si applica anche per i veicoli pesanti ovvero gli ispettori che hanno effettuato il corso di 50 ore, di cui all’Accordo Conferenza Stato Regioni del 17 aprile 2019, sono esonerati dall’esame finale?”
Il riferimento normativo al DM 214/17 riguarda gli ispettori abilitati secondo la precedente normativa, i responsabili tecnici, convertiti automaticamente senza adeguamenti formativi alla nuova figura professionale. Quale pertinenza avrebbe questo principio, peraltro molto discutibile, con i futuri operatori addetti alla revisione dei veicoli pesanti, un ruolo senza precedenti nella sfera del privato? Fatemi capire. Chi vorreste privare dell’esame abilitativo finale? E sempre in tema di esami il best of, una richiesta che mi auguro faccia prendere seri provvedimenti alla Direzione Generale della Motorizzazione:
“Per quanto concerne l’attivazione delle Commissioni di esame presso le DGT della Motorizzazione per la valutazione di idoneità e la conseguente abilitazione degli ispettori in esito ai corsi di formazione di cui all’Accordo Stato Regioni n. 65/CSR del 17 aprile 2019, richiediamo che fra i componenti delle richiamate Commissioni sia inserito un rappresentante delle Associazioni di Categoria, anche solo come osservatore.
La presenza di tale rappresentante si ritiene necessaria e legittima in quanto la figura dell’ispettore è direttamente connessa e funzionale all’espletamento dell’attività dei centri di controllo.”
Devo commentare? No, in questo caso mi astengo. Vedete? Non serve che qualcuno vi smentisca o vi metta in cattiva luce: siete la caricatura di voi stessi! Fa tenerezza quando poi andate a piagnucolare dal direttore generale della Motorizzazione per essere stati messi all’angolo nei tavoli tecnici del gruppo lavoro attrezzature (Relazioni MIMS gruppi lavoro attrezzature), un’area nella quale è emersa la vostra straordinaria conoscenza della 2014/45ue. Già, perchè nonostante abbiate dimenticato il principio cardine della direttiva, non vi è certo sfuggita l’eventuale possibilità di poter tarare l’attrezzatura, ad eccezione dell’analizzatore gas, a cadenza biennale. Ma lo vedete che sotto sotto, quando vi fa comodo, la conoscete la legge? E’ il classico modus-operandi “chiagni e fotti”, opportunismo ed ipocrisia in salsa italiana, un sistema che non ha mai dato – e non darà mai – risvolti positivi. Con questa mentalità spicciola avete concorso, negli anni, alla rovina del settore con gravi ripercussioni alla sicurezza stradale, quella stessa sicurezza stradale con la quale condite il nulla cosmico contenuto nelle vostre istanze.
E’ ora di finirla, avete perso credibilità.




Un weekend di fuoco per Revisioniautoblog. L’articolo pubblicato tra sabato e domenica non è piaciuto ad una parte del settore revisioni, quella “pizzicata” senza mezzi termini e mezze misure. Nulla di anomalo, se non le presunte argomentazioni morali utilizzate per screditare l’artefice, Diego Brambilla, quello che nonostante le accuse ci mette sempre la faccia (è sufficiente leggere in coda all’articolo il nome dell’autore, non è difficile). Chiudiamo sul nascere lo sterile processo per strumentalizzazione e sciacallaggio nel quale sarei imputato. No, non ero un amico di Piero Rista come tutti coloro che millantano di esserlo, ma ne ero venuto a contatto a più riprese in qualità di rappresentante di un’associazione di ispettori. Andavamo d’accordo? Non troppo. Piero aveva una ferma convinzione delle proprie idee ed argomentava dilungandosi all’inverosimile con riferimenti ad un epoca nella quale frequentavo la scuola elementare, o forse non ero ancora nato. C’era verso di fargli cambiare opinione? Macchè, su quello eravamo uguali: non mollavamo di una virgola. Vi lascio quindi immaginare le ore di conversazioni telefoniche spese senza mai arrivare al dunque, scambi di “pipponi” divergenti, ma dettati da una volontà comune: il desiderio di cambiare concretamente il settore. Il nostro essere combattivi, determinati e sovversivi, nonostante i fronti in un certo senso contrapposti – ora più che mai – era ciò che ci legava e di riflesso coinvolgeva lo spirito della organizzazioni che rappresentavamo. Che Asso-Car a trazione Luca Donna, il neo presidente a cui va il plauso per il traguardo dell’adeguamento ISTAT della tariffa di revisione, abbia quagliato maggiormente rispetto alla forma embrionale diretta da Rista è un dato di fatto, non si discute. E’ altrettanto fuori discussione però riconoscere che c’è stato un cambio di rotta di una portata tale da non poter essere ignorato: l’anima rivoluzionaria di Asso.Car, con la scomparsa di Piero, è venuta a mancare. – Solo uno stolto nel corso della vita non cambia opinione – diceva un vecchio aforisma, ma voi siete passati da un estremo all’altro! Nel momento in cui un’organizzazione nata per far valere l’indipendenza del centro “puro” sigla un’intesa con CNA e Confartigianato, vision e mission vanno automaticamente a farsi benedire. Non è così? L’immagine sottostante è tratta dal vostro sito. .
Prospettavate una svolta nella revisione dei veicoli, ma fate squadra con i conservatori, i rappresentanti delle autofficine e dei centri di revisione, due parti che non possono essere tutelate simultaneamente dal medesimo soggetto (e a questo proposito ricordo benissimo le affermazioni di Piero). Nella slide successiva, sempre tratta dal sito www.asso-car.it, vi sbilanciavate in accuse gratuite ed infamanti cercando di interferire nelle preferenze degli automobilisti. “6 sicuro che il guasto rilevato dal centro revisioni “misto” c’era davvero”? Come a voler dire che chi si occupa anche di autoriparazione è automaticamente un ladro. E’ poi il turno delle officine che si servono dei centri di controllo. “sei sicuro che quando porti le auto dei clienti al centro revisione “misto” conservi il cliente anche per le manutenzioni future”? Della serie: con noi puoi stringere rapporti commerciali seri, gli altri ti fregano, attento! Infine il messaggio rivolto agli ispettori: “6 sicuro che le pressioni eccessive che eventualmente ricevi non ti facciano andare oltre i livelli consentiti dal protocollo? (???) Questa è davvero curiosa, ma mi astengo da qualsiasi commento.
Insomma, avete etichettato in tutte le salse come delinquenti i centri di revisione che avevano come unica colpa l’essere conformi al principale modello prospettato dall’articolo 80, comma 8 del Codice della Strada, avete reagito costituendo un’associazione ed ora? Sorridete in una foto di gruppo con chi, fino all’altro ieri, dichiaravate di combattere. Tutto nella norma, anzi, in un certo la cosa mi rincuora perchè avvalora ciò che fin dall’inizio pensavo di voi. Posso esprimerlo liberamente senza che nessuno si offenda? Asso.Car è un’ottima trovata di marketing, nulla più. E’ un delitto? E’ un reato? No, è qualcosa di più che legittimo nel mercato libero, un mercato troppo libero nel quale ognuno, fondamentalmente, fa quel che vuole. I centri di controllo “puri”, le attività che nonostante la minoranza numerica processano il maggior numero di revisioni all’anno erano particolarmente penalizzate dall’incremento senza sosta di nuovi concorrenti, e pertanto hanno deciso di fare cartello. Aggiungere nuovi paletti normativi quali la separazione dell’attività di controllo tecnico dall’autoriparazione, oltre ad ostacolare le piccole, ma numerosissime attività già esistenti, rappresentava il perfetto deterrente alle nuove aperture. What else? Attività di lobbying venduta come battaglia per la salvaguardia della sicurezza stradale strumentalizzando una direttiva europea, la 2014/45ue, per quanto concerne l’eliminazione del conflitto d’interessi. Ecco quel che mi piaceva di voi, nonostante l’ipocrisia di fondo: il riferimento ad una norma che la controparte – controparte fino all’altro ieri – aveva tutto l’interesse di occultare o deformare. Di seguito una delle tante dimostrazioni pubbliche.

Volete sapere come penso si siano evolute le cose? Il fronte unico degli ispettori rappresentato dal sindacato Federispettori in meno di un anno di attività ha reso più concreto che mai lo spettro terzietà nella revisione dei veicoli leggeri. Ciò che fino a qualche anno fa non veniva nemmeno considerato alla lontana, ora è un impegno di governo ed è la base dell’esternalizzazione della revisioni dei pesanti disciplinata dal recentissimo DM446. Quale sarebbe la ratio di un doppio regime? Veicoli pesanti con ispettore indipendenti mentre nei leggeri si mantiene lo status-quo?
Dai, non prendiamoci in giro, nonostante il velo di ipocrisia che ci avvolge comodamente occorrerebbe avere un minimo di onestà intellettuale. Screditate continuamente il modello del controllore superpartes, ma alla fine, come si suol dire, casca sempre l’asino ed emergono le reali motivazioni di questo antagonismo. Tale Claudio, mai visto ne sentito prima, oltre ad una valanga di argomentazioni fasulle si qualifica indicando il centro revisioni di proprietà. Incuriosito dalla ferocia dei commenti osservo il profilo pubblico Google e mi capita sott’occhio l’immagine di destra. Vedi Claudio, non si mette in dubbio l’autenticità della revisioni in se, che per quanto mi riguarda potrebbe essere al 100% regolare, è il messaggio che mandi ai tuoi clienti, ai tuoi concorrenti ed in questo caso a me, una persona che non ti conosce. Non ti giudico certo per quel furgone, bensì per ciò che sostieni pubblicamente rapportato alla foto: nell’insieme, non è sicuramente una buona presentazione. Quando affermi “mi sa tanto che vogliate comandare a casa d’altri”, in riferimento a coloro che vorrebbero attuare il modello degli ispettori indipendenti, a cosa ti riferisci? Di cosa hai paura? Certo, il tuo centro è il frutto dei tuoi sacrifici come imprenditore, ci mancherebbe, è “casa tua”, ma le regole non le detti tu, mi dispiace. Chiaro, semplice e conciso. Questa psicosi di un terzo che venga a dettare nuove regole a “casa vostra”, come vi piace interpretarlo, mi fa molto pensare. Molto. Nuove regole? E quali regole vigono ora? Discorso analogo per il tuo amico Mario, che nonostante un linguaggio un poco più forbito, alla fine esprime lo stesso concetto di una bassezza disarmante banalizzando l’ispettore libero professionista come “l‘rt che vuole fare lo sceriffo a casa d’altri”. Da quando in qua una figura che rappresenta la legge, perlomeno negli USA, è una forma di pericolo? Temi forse la legge, Mario? O ti sei spiegato male, oppure ho frainteso io, capita. Vedi Claudio, Mario, e tutti quelli quelli che la pensano come voi, sono molto preoccupato da questa visione generale, diametralmente opposta a quella dei colleghi imprenditori nel settore dei pesanti. Quando capirete che un esterno che “comanda”, (per usare un temine familiare) a casa vostra è una forma di tutela in primis per voi e per le vostre attività? Non che voi lo siate, ma vi rammento che quello più furbo e disonesto esiste da sempre, e sempre esisterà. E se un domani decidesse di aprire a 500mt dal vostro capannone? Siete certi che armi pari e regole comuni non saranno la vostra unica salvezza?
Pensateci.



Articoli recenti
Popular Posts
Categorie
Archivi
- Maggio 2023
- Febbraio 2023
- Gennaio 2023
- Luglio 2022
- Maggio 2022
- Aprile 2022
- Marzo 2022
- Febbraio 2022
- Gennaio 2022
- Dicembre 2021
- Novembre 2021
- Ottobre 2021
- Settembre 2021
- Agosto 2021
- Luglio 2021
- Giugno 2021
- Maggio 2021
- Aprile 2021
- Marzo 2021
- Febbraio 2021
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Novembre 2020
- Ottobre 2020
- Settembre 2020
- Agosto 2020
- Luglio 2020
- Giugno 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Gennaio 2020
- Dicembre 2019
- Novembre 2019
- Ottobre 2019
- Settembre 2019
- Luglio 2019
- Giugno 2019
- Maggio 2019
- Aprile 2019
- Marzo 2019
- Febbraio 2019
- Gennaio 2019
- Dicembre 2018
- Novembre 2018
- Ottobre 2018
- Settembre 2018
- Agosto 2018
- Luglio 2018
- Giugno 2018
- Maggio 2018
- Aprile 2018
- Marzo 2018
- Febbraio 2018
- Gennaio 2018
- Dicembre 2017
- Novembre 2017
- Ottobre 2017
- Settembre 2017
- Agosto 2017
- Luglio 2017
- Giugno 2017
- Maggio 2017
Commenti recenti