Monthly Archives

Aprile 2018

Per gli operatoriPer gli utentiChilometri revisione

Lo scorso Maggio il Ministero dei Trasporti ha creato molta confusione nel settore della vendita dell’usato con un’iniziativa rivelatasi poi un’arma a doppio taglio. Dopo la pubblicazione sul Portale dell’Automobilista (clicca qui per il link diretto) dello storico dei chilometraggi rilevati in revisione ministeriale, senza alcuna spiegazione vengono censurate tutte le informazioni relative ai controlli antecedenti l’ultimo (leggi Revisione auto: Sparisce lo storico dei chilometri, una beffa).-Meglio che niente, no?- A dire il vero proprio no poichè, come si suol dire, fatta la legge trovato l’inganno e i truffatori sono talmente bravi a fare il loro mestiere da riuscire sempre a farla franca. Il venditore disonesto, avendo la certezza che l’unica revisione pubblica  era l’ultima in ordine cronologico (da qui il nome del vecchio servizio “Verifica ultima revisione“) (foto di destra), di fatto faceva sovrascrivere la precedente con una nuova effettuata in anticipo rispetto alla regolare scadenza. Per nascondere ogni prova del sotterfugio, il talloncino attestante il collaudo precedente veniva disapplicato e le tracce di colla coperte dal nuovo: -Ha visto? Noi lavoriamo seriamente, la sua auto è in regola con la revisione per altri due anni e può verificare direttamente dal sito del Ministero dei Trasporti il chilometraggio- Oltre al danno la beffa! Uno strumento nato per contrastare il fenomeno della auto schilometrate non ha fatto altro che favorirlo dando ai truffatori il vantaggio della certificazione del centro di revisione che a seguito di una richiesta di collaudo non può fare altro che eseguirlo. Finalmente cambiano le cose! Il nuovo servizio “Verifica revisioni” (immagine di destra) disponibile dal 23/4/2018 sul Portale dell’Automobilista mostra pubblicamente per ogni veicolo tutte le revisioni ministeriali effettuate con i relativi chilometraggi. La raccolta del dato di percorrenza è un obbligo previsto dal protocollo MCTC Net 2 che è entrato in vigore gradualmente nel 2015 con proroga al 1° Gennaio 2016, pertanto è inutile stupirsi se prima di tale data viene riportato il valore 0. È importante sapere che i chilometraggi vengono trascritti manualmente dall’operatore senza l’ausilio di strumentazioni che si interfacciando direttamente alla centralina. L’errore umano è una possibilità concreta, ma attenzione perchè la cosiddetta inaffidabilità dei dati è l’ultima spiaggia dei venditori disonesti con le spalle al muro: -Ma lei si fida dei centri di revisione? Si ricordi che siamo in Italia, non li vede i servizi di Striscia? Il mio autosalone esiste da 50 anni, se truffavamo la gente avremmo già chiuso da un pezzo!-. Facciamo un po’ di chiarezza. Se è vero che questi dati non avranno mai valenza legale a causa delle possibilità di errore, è anche vero che con un minimo di attenzione si può distinguere lo sbaglio dalla truffa (foto di seguito):

  1. Come è evidente, si tratta di un grossolano errore di trascrizione.
  2. Quando il presunto errore lascia qualche dubbio, è bene controllare la periodicità delle revisioni che in questo caso rispettano con precisione le scadenze. Aggiungendo un 1 davanti all’ultimo dato di percorrenza (68000) tutto tornerebbe, ma un’interrogazione al centro di revisioni o al venditore di auto è più che lecita.
  3. Nulla di sospetto: alcuni software che gestiscono le revisioni hanno problemi di riallineamento dei dati con il Portale dell’Automobilista che di conseguenza mostra il valore 0. In caso di necessità, il centro di revisioni che ha eseguito il collaudo può consultare i referti cartacei che sicuramente contengono il chilometraggio rilevato.
  4. Tutti gli indizi fanno pensare ad una truffa. Per quale motivo sono state eseguite due revisioni nello stesso anno? Il periodo coincide con quello della vendita del veicolo? Sul libretto di circolazione sono presenti tutti i talloncini che attestano i collaudi? Sarà un caso?

Per concludere la riflessione di un automobilista: “L’errore dell’operatore ci può stare, solo mi domando, ma se questo non sa prendere due numeri dal contachilometri come può garantirmi l’affidabilità del veicolo?[..]”. Diffidate dei centri di revisione che in più occasioni dimostrano di inserire i chilometraggi a spanne: è un indice di scarsa professionalità!

Per gli operatoriPer gli utenti

“Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo”. La sapeva lunga Henry Ford che con questo aforisma riesce ad anticipare di quasi un secolo la realtà di oggigiorno. Nell’era digitale non esistono barriere e ognuno è libero di condividere le proprie esperienze, ma purtroppo questa fortuna difficilmente viene sfruttata limitandosi alla chiacchiera senza raggiungere il fine ultimo della cooperazione. Quanti automobilisti vorrebbero qualche garanzia in più sul proprio veicolo acquistato di seconda mano? Domanda banale, tutti. Riformulo. Quanti automobilisti sarebbero disposti ad impiegare 5 minuti del proprio tempo per aiutare altri automobilisti nel momento del bisogno? Save the car (clicca qui per il link diretto) è un progetto che permette di censire gratuitamente il proprio veicolo contribuendo attivamente alla lotta contro le truffe per cui son noti i commercianti di auto disonesti. Come sottolinea Maurizio Picollo, promotore dell’iniziativa, non si tratta semplicemente di filantropia, ma i contributors possono avere dei vantaggi diretti a breve termine. I veicoli reimmatricolati hanno una passato poco limpido e per i possessori c’è il rischio di trovarsi inconsapevolmente complici del raggiro in occasione della rivendita. Come tutelarsi ufficiosamente? Semplice. Al momento dell’acquisto di un veicolo è sufficiente pubblicarne sulla piattaforma il chilometraggio, operazione non reversibile che lascerà una traccia indelebile della percorrenza relativa ad un determinato numero di telaio. Il punto forte del database è la possibilità di convalidare l’autocertificazione allegando la foto dell’odometro, lo screenshot dell’annuncio di vendita (immagine in basso a sinistra) e la scansione della fattura di acquisto prevenendo ogni dubbio riguardante la buona fede dell’operazione. Il caso vuole che uno dei primi a trarre profitto del progetto è proprio il fondatore stesso che ha sventato la minaccia di un’azione legale mostrando la cronologia delle conversazioni (foto di destra) con l’allora venditore di un motociclo successivamente rivenduto e risultato schilometrato a seguito di perizia. Ricapitolando, il quarto proprietario ha scoperto una truffa del secondo (rivenditore) ai danni del terzo (Maurizio) che ha rischiato di assumersene la responsabilità. Naturalmente non si parlerebbe di truffa se il primo proprietario avesse censito l’effettivo chilometraggio del veicolo evitando una lunga serie di equivoci certificati dal responsabile tecnico del centro di revisioni che durante il collaudo ha riportato il dato letto dell’ odometro manomesso (leggi “il revisiore non certifica il chilometraggio“). Registrare i veicoli dei clienti senza autorizzazione è una violazione della privacy, ma invitarli a farlo autonomamente è un chiaro segno di onestà e professionalità, due attributi fondamentali nell’ambito dei collaudi.

 

Per gli operatoriPer gli utenti

Efficace slogan pubblicitario? No, grave realtà registrata con lo smartphone alla Motorizzazione Civile di Vercelli. Se fosse il titolo di una campagna di marketing sarebbe pubblicità ingannevole da denuncia, ma purtroppo i fruitori di tale servizio (o disservizio come dir si voglia) non avrebbero le competenze per accorgersene. Uno qualsiasi lo freghi, ma un responsabile tecnico no. È proprio da un operatore privato piemontese che arriva questo video (clicca qui per il link di Youtube) recapitatomi lo scorso Dicembre. Il filmato è stato elaborato per mettere in evidenzia le prove parziali ed i rispettivi tempi di esecuzione:

  • Identificazione del veicolo [link diretto] (40 secondi): Il tecnico verifica il numero di telaio che in questo caso è punzonato centralmente sulla paratia abitacolo-vano motore .
  • Controllo fari [link diretto] (35 secondi): “accenda le luci, anabbaglianti, abbaglianti, frecce…” Come può un semplice esame visivo del funzionamento delle lampadine (tra l’altro solo anteriori) sostituire la prova eseguita con il centrafari [1400€ circa] (foto di destra)? –il centrache?- Avete presente quando l’auto che vi precede sembra abbagliare da un faro?  Il centrafari è uno strumento in grado di analizzare l’orientamento del fascio luminoso così da rilevare i comuni errori di montaggio della lampadine dovuti al fai-da-te che convertono, di fatto, gli anabbaglianti in abbaglianti. Un’altra funzione dell’apparecchio è quella di misurare con precisione l’intensità luminosa in Lux (unità di misura internazionale) per confrontarla con i limiti vigenti; volete forse dirmi che il tecnico della Motorizzazione è dotato di occhiali 4.0 con sensori integrati? Quando viene avviato il test nei centri di revisione privati,  un timer di 60 secondi + 15 secondi per luce (quindi altri 60 secondi) inibisce l’uso degli altri strumenti per far si che la misurazione venga svolta minuziosamente. Notate qualche piccola differenza?
  • Controlli visivi [link diretto] (1 minuto e 45 secondi): Dopo un rapido esame delle cinture di sicurezza (senza verificare gli ancoraggi) e del corretto funzionamento delle portiere, il tecnico osserva spannometricamente gli pneumatici. Nei centri di revisione privati è impossibile un’analisi superficiale del battistrada poichè per ogni pneumatico viene richiesto il costruttore, il modello, la misura integrale e lo spessore misurato manualmente con lo spessimetro [30€ circa]. La compilazione di tutti i campi (immagine sotto)  responsabilizza maggiormente l’operatore che, oltre a svolgere più accuratamente l’analisi della sicurezza del battistrada, verifica la corrispondenza della misura con quelle riportate sulla carta di circolazione. -pneumatici ok, sono tondi e neri, può andare-. Va riconosciuto che anche nel settore privato purtroppo non viene data molta importanza ai cosiddetti controlli visivi, ma la Motorizzazione Civile che rappresenta la massima autorità dovrebbe dare il buon esempio. 
  • Analisi opacità [link diretto] (3 minuti): Finalmente una tempistica umana per il controllo delle emissioni, ma quante imprecisioni! Forse non tutti sanno che per i veicoli diesel i valori rilevati tramite l’opacimetro non vanno confrontati con un limite normativo, bensì con un valore relativo al veicolo che in questo caso è riportato nella parte interna del cofano motore. (per approfondire leggi Emissioni diesel fantasma: impossibile monitorarle durante la revisioni) Vista a raggi x? Scherzi a parte, che fine ha fatto il contagiri [2000€ circa]? Il contagiri (foto di destra) fa parte della dotazione obbligatoria per i centri di revisione e di fatto serve a trasmettere i giri motore effettivi al computer che gestisce l’esecuzione dell’analisi dopo aver misurato la temperatura dell’olio motore tramite sonda annessa. -Non sarebbe sufficiente ricavare queste informazioni dalla strumentazione del veicolo?- 
  • Prova freni [link diretto] (2 minuti e 30 secondi): Tempi in linea con quelli del settore privato, ma anche in questo caso manca qualcosa. Tanto per cominciare, il compito di frenare sui rulli viene affidato al cliente che indisturbatamente, al momento di testare il freno di stazionamento, utilizza il freno di servizio a pedale. Secondo voi è normale affidare il controllo più importante per la sicurezza del veicolo all’automobilista inesperto (o furbo)? Non è finita. L’efficienza massima frenante è importante, ma per svolgere una prova ad-hoc è necessario verificare che per raggiungerla non debba venir esercitata una pressione esagerata sul pedale del freno. Ecco che entra in gioco il misuratore di sforzo pedale [1500€ circa] nient’altro che un sensore che oltre un determinato valore di pressione sul pedale del freno interrompe il test. Ah, dimenticavo, tutto questo viene monitorato dalla fotocamera [1500€ circa] (foto di destra) che immortala il veicolo dandone prova dell’effettiva presenza sulla linea. Avete visto qualcosa del genere?
  • Prova giochi [link diretto] (3 minuti e 45 secondi): Nulla di eclatante da segnalare per quanto riguarda il controllo dell’avantreno e del sottoscocca, se non che è stata l’ultima analisi della revisione ministeriale. Che fine ha fatto la prova del segnalatore acustico? Contro ogni aspettativa non si tratta di un semplice test alla buona poichè il rumore emesso da clacson viene misurato con il fonometro [2300€ circa] (foto di destra), altro equipaggiamento obbligatorio per il responsabile tecnico privato insieme al relativo calibratore [1000 € circa]  per verificare quotidianamente la veridicità della misurazione.

Non è lecito mettere in dubbio a priori la professionalità del dipendente della Motorizzazione Civile come non è corretto affermare che le attrezzature sopra citate sono inutili [quasi 10000€!]Ogni responsabile tecnico con un briciolo di esperienza è in grado di riconoscere un clacson irregolare senza misurarne i decibel o l’illuminazione insufficiente dovuta all’opacità del faro senza l’ausilio della strumentazione, ma per quale motivo  non uniformare le procedure vista l’equivalenza della revisione  ministeriale pubblica e privata? L’attrezzatura in dotazione ai centri di revisione privati ha la finalità di limitare l’errore umano ed i tentativi di frode, ma chi garantisce la buona condotta della Motorizzazione Civile? Un errore su un ciclomotore ha un peso, lo stesso su un pullman con a bordo una scolaresca un altro. La cronaca nera insegna, con la sicurezza non si scherza.