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Novembre 2017

Per gli utenti

La revisione ministeriale è un controllo del veicolo che certifica l’idoneità o meno alla circolazione su strada. Una delle caratteristiche che accomuna tutti i veicoli che superano con successo il test è la regolare manutenzione presso le autofficine dove il personale preparato è in grado di valutare al meglio lo stato della vettura. L’abitudine di portare l’auto dal meccanico prima di portarla al collaudo risale ai tempi in cui la revisione era decennale e se la Motorizzazione Civile rilevava qualche anomalia rilasciava l’esito irregolare con l’obbligo di ripetere tutta la procedura dopo la messa in sicurezza del veicolo. L’articolo 80 del codice della strada rivoluziona l’intero sistema cambiando la periodicità del controllo (4 anni dall’immatricolazione e successivamente ogni 2), ma soprattutto introducendo i centri di revisione, strutture private autorizzate ad operare della Provincia. Con l’attuazione del decreto, la revisione ministeriale entra di fatto a far parte della vita quotidiana di ogni automobilista, non è più un fantasma lontano, ma una rasa di conti frequente. La mole di lavoro aumenta per tutti gli autoriparatori che si trovano a dover preparare un’infinità di veicoli per il collaudo tanto da invogliare parecchie imprese ad integrare il centro di revisioni alla struttura esistente. Forse non tutti sanno che i centri di revisione nascono dalle autofficine, tanto che una delle condizioni per ricevere l’autorizzazione è il possesso della categorie metrologiche, ovvero le prove dell’esercizio dell’attività di gommista, meccanico, elettrauto e carrozziere. MCTC-revisioneVeicoliLe imprese che hanno scelto di ottenere l’autorizzazione ad effettuare le revisioni ministeriali si identificano come “officine autorizzate” e hanno per legge esposto il cartello rappresentato in foto, le altre si limitano al servizio revisioni, ovvero controllano il veicolo e lo portano presso i centri prima citati. La revisione ministeriale è un business per entrambi, sia per chi effettua il controllo che per coloro che si occupano delle riparazioni. La prima differenza tra revisioni autorizzate e servizio revisioni è il costo: il centro di revisioni per legge incassa la tariffa ministeriale che al momento corrisponde a 66,88€ mentre chi si occupa anche del controllo preventivo giustamente ricava i suoi oneri arrivando mediamente a 90/100€ (revisione compresa ovviamente). Soldi buttati? Assolutamente no perchè l’esito irregolare ancora oggi prevede un nuovo controllo a distanza di un mese che va pagato integralmente. Fino a qui tutto bene, ma ora arriva il bello. Passano gli anni, i centri di revisione si moltiplicano senza controllo e la concorrenza spietata fa venire a meno il rigore assoluto con cui bisognerebbe esercitare questa attività; lo spettro di perdere i clienti è sempre dietro l’angolo, proprio dove sorge il nuovo centro che, a quanto dicono, –fa passare tutti i mezzi-. L’unica sicurezza di questi tempi rimane le partnership con gli autoriparatori che portando al collaudo i veicoli dei clienti, garantiscono una mole di lavoro che influisce in maniera rilevante sul fatturato. Se per ogni cliente insoddisfatto, si dice, se ne perdono dieci per il passaparola, cosa possiamo dire per quanto riguarda gli autoriparatori che portano cento veicoli in un anno? Contro ogni aspettativa logica, capita spesso che alcune autofficine facciano pressioni ai centri di revisione per chiudere un occhio su veicoli irregolari: –Abbiamo sostituito gli pneumatici, per il guasto al clacson il cliente ripassa il mese prossimo– oppure – Abbiamo rimosso il Fap, è un cliente fidatoTARIFFARIO-6688 Dire di no a 66,88€ è facile, dire  no a 66,88 * x un po’ meno. Come si dice in gergo, oltre al danno la beffa poichè i meccanici (se così si possono definire) ricattatori senza effettuare nessun controllo preventivo incassano il corrispettivo dell’operazione in virtù della loro “immunità” alla revisione ministeriale, corrispettivo che tra l’altro supera il guadagno netto del centro di revisione. Se posso capire un gommista che non ha nessun interesse a fare un lavoro di carrozzeria, non capisco un meccanico che si rifiuta di sostituire un cilindretto dei freni. Probabilmente fanno più comodo 30€ facili senza far nulla rispetto a 50€ sudati. Non amo diffondere allarmismi, ma questo scoop è già di dominio pubblico dato che non è la prima volta che sul gruppo Facebook di automobilisti ed appassionati più popolare (65000 membri) trovo discussioni come quelle riportate di seguito (si fa riferimento ad una revisione non eseguita da un centro di revisioni per problemi agli ammortizzatori).

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Chi ci rimette? L’automobilista (consumatore) che oltre a pagare inutilmente un falso controllo preventivo circola con un veicolo non efficiente, il centro di revisioni che rischia penalmente ed il meccanico onesto che viene ingiustamente etichettato per “ladro quando si scoprono queste situazioni. Concludo consigliando agli utenti di scegliere attentamente il  meccanico di fiducia per la cosiddetta “prerevisionediffidando di coloro che senza nessun controllo visivo al veicolo garantiscono l’esito positivo del collaudo ufficiale. 

Chilometri revisionePer gli operatoriPer gli utenti

Il “certificato”  (lat. certum “certo”-facere “fare”) è un documento rilasciato da ente o persona qualificata ad attestare l’esistenza di un fatto o un diritto.  Contestualizzando il significato letterale del termine nel campo delle revisioni ministeriali , si può affermare che il responsabile tecnico, incaricato di pubblico servizio, attesta il chilometraggio del veicolo riportando il valore dell’odometro al momento del controllo. Questa pratica, introdotta con il protocollo MCTC-Net 2 nel 2015 (per approfondimenti leggi “Chilometraggio ultima revisione, dato attendibile?”), segna di fatto l’apparente vittoria della legalità sulla truffa dei chilometri. Per definizione, la truffa dei chilometri consiste nell’alterazione del valore di percorrenza di un veicolo con il fine di ingannare il possibile acquirente. Di fatto, questa truffa riguarda l’odometro, ovvero l’unico strumento sul quale il responsabile tecnico può leggere il chilometraggio: come si può certificare avendo come unica fonte un dato che potrebbe essere non veritiero? Oltre all’errore tecnico c’è l’errore etimologico; è un controsenso dichiarare il vero (certum facere) facendo riferimento ad un dato non vero. Il responsabile tecnico inconsapevolmente è complice del raggiro perchè con la propria autorità contribuisce al gioco dei truffatori trascrivendo un dato non corrispondente allo stato di fattoAutenticare è una cosa, leggere un dato e trascriverlo un’altra. Leggendo il libro di “Non prendermi per il chilometro” e chiacchierando con l’autore Alfredo Bellucci, apprendo che la truffa dei chilometri non si limita alla sovrascrittura del dato chilometrico, ma comprende anche la sostituzione di svariate componenti e la falsificazione dei libretti service. Il business che si cela dietro questa pratica illecita è di dimensioni spropositate tanto che gli attori di questo teatro sono diventati talmente specializzati da essere difficilmente smascherabili. Il responsabile tecnico ha le competenze e i mezzi per poter risalire ad eventuali truffe? No. Il responsabile tecnico certifica se un veicolo è idoneo o meno alla circolazione,  e chiedo scusa se è poco. La certificazione del chilometraggio è un insieme di documenti che sicuramente terrà conto del dato rilevato in sede di revisione, ma senza attribuirgli la veridicità assoluta. La prima revisione ministeriale avviene dopo quattro anni dalla data di immatricolazione; se un veicolo venisse schilometrato in quel lasso di tempo? Se il responsabile tecnico avesse sbagliato ad inserire il dato? Non voglio giustificare le sviste, ma un errore di digitazione ha un peso differente rispetto ad una certificazione falsa.  Per valorizzare il dato rilevato nel centro di revisioni, alcuni responsabili tecnici hanno deciso spontaneamente di integrare alle documentazioni obbligatorie una dichiarazione scritta del chilometraggio rilevato con tanto di firma del cliente, così da scongiurare il rischio dell’errore umano. Un passo avanti, ma c’è sempre la possibilità che la dichiarazione sia falsa: un evento registrato con accettazione bilaterale non è una certificazione.

Trovo assurda la mail inviata da un funzionario tecnico della Motorizzazione di Genova ai centri di revisione della provincia nella quale si raccomanda il controllo da parte dei responsabili tecnici del chilometraggio all’ultima revisione tramite “Il portale dell’automobilista”.

[…]E’ giunta notizia a questo Ufficio che alcuni commercianti della fattispecie già enunciata in precedenza, provvedono a richiedere la revisione di veicoli già revisionati a cui sono stati ridotti artificiosamente i chilometri indicati, provvedendo preventivamente a staccare dalla carta di circolazione il talloncino relativo all’ultima revisione effettuata.

Onde bloccare e rendere vano questo tentativo di truffa, è opportuno che, prima di procedere alla revisione di un veicolo, il responsabile tecnico verifichi sul portale dell’automobilista la presenza di revisioni effettuate e non presenti sulla carta di circolazione, astenendosi, in caso di verifica positiva,  dall’effettuare l’operazione ed invitando l’utente a richiedere il duplicato della carta di circolazione a questo Ufficio.  Contestualmente sarà data notizia a questo Reparto utilizzando il consueto modulo già utilizzato per le segnalazioni sui numeri di telaio.

Cordiali saluti.

L’amministrazione  dispone in tempo reale di tutti i dati delle revisioni eseguite in Italia compreso lo storico dei chilometraggi, dato pubblico successivamente occultato (sparisce lo storico dei chilometri, una beffa): perchè non richiamare direttamente i veicoli dubbi? Perchè penalizzare per l’ennesima volta i centri di revisione privati vittime sempre più della concorrenza spietata?

Mi rivolgo a Maurizio Caprino, giornalista de “Il sole 24 ore” e autore dell’articolo “Contachilometri truccato, rischierà anche chi fa la revisione: secondo lei, alla luce di quanto detto precedentemente, è giusto che i centri di revisione spendano altri 3900 euro  per un’apparecchiatura non strettamente collegata alla loro mansione? La saluto proponendole una foto scattate in data odierna che rappresenta un veicolo sospeso dalla circolazione per gravissime lesione al telaio a causa della ruggine. Chi mastica qualcosa di meccanica sa che un cedimento del duomo dell’ammortizzatore porterebbe a conseguenze poco piacevoli.

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